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L’Italo Balbo del Carroccio che dedica gli aerei ai ministri

Giuseppe Leoni, senatore e presidente dell’Aeroclub d’Italia, ha battezzato i piper dell’ente coi nomi dei membri del governo: Bossi, Tremonti, Bondi...

Roma Il governo spicca il volo ma mica nei sondaggi. Lo fa per davvero grazie a un padano doc, il senatore Giuseppe Leoni, leghista della prima ora, natali a Mornago, due grandi passioni nella vita: gli aeroplani e la politica. Lui, presidente dell’Aeroclub d’Italia, ha deciso di rendere omaggio ai cinque ministri che vigilano sul suo ente di diritto pubblico (l’aeroclub per l’appunto) con una trovata quantomeno bizzarra. Ha dato le targhe ad alcuni «suoi» aerei nuovi di zecca con le iniziali dei ministri dei Trasporti, della Difesa, degli Interni, dell’Economia e dei Beni culturali. Ma non solo a questi.
Leoni, ruspante Italo Balbo in salsa padana, pur essendo pilota parla terra terra: «Ch’l senta... Se l’è domà per ciapà per el cuu, mi ghe sbatti giò la curnetta» («se l’articolo è fatto solo per prendere in giro la cosa, metto giù il telefono», ndr). Rassicurato che è soltanto per capirci un po’ di più, accetta di parlare e spiega: «L’Aeroclub ha la delega da parte del ministero di far imparare ai ragazzi a volare. Ha una flotta obsoleta, vecchia, ridicola. Così, dopo molte mie insistenze, il governo ha deciso di sbloccare i tre milioni di euro che avevamo in cassa grazie a un finanziamento fatto nel 1985 ma che non potevamo spendere». Soldi non utilizzabili? «L’eran blucaa, congelaa». Poi la svolta e la possibilità di comprare 25 aeroplani nuovi di zecca, acquistati dalla Tecnam, in seguito a una gara regolare: «Sono i P92, un po’ come le Panda della Fiat». L’ultimo rinnovo della flotta era avvenuto 20 anni fa e Leoni, tignoso come non mai, aveva insistito fino allo sfinimento per aggiornare il parco aereo.
La questione delle targhe è semplice: «Ogni veicolo è registrato e targato. La targa, per gli aerei, la rilascia il Registro dell’aeronautica nazionale. A differenza delle auto, gli aerei hanno sigle e non numeri. Così, mi sono chiesto: perché non ringraziare l’intero governo per aver permesso di rinnovare la flotta?». La genialata sta nel far seguire alla «I», che sta per «Italia», le iniziali dei nomi dei ministri. Ma attenzione: il Registro non può assegnare due targhe uguali, anche se una di queste era di un aeroplano demolito da anni. «Per esempio - spiega Leoni - “I-BOSS” l’era giamò ciapaa... ». Quindi l’aeroplano di Bossi avrà stampato sulla carlinga «I-UMBE». Per aria vedremo anche i monomotori di Roberto Maroni («I-RMAR»), di Roberto Calderoli («I-CALD»), di Giulio Tremonti («I-GITR»), del sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga («I-COSG»), di Altero Matteoli. In questo caso la sigla non c’è ancora: «Volevo targarlo “I-ALMA” ma anche in questo caso la sigla è già stata utilizzata».
E Sandro Bondi? C’è: «I-SABO». Ma scusi, il suo? «C’è anche il mio ma invece di chiamarlo “I-LEON” ho deciso per un bel “I-NOEL”, all’incontrario. Noël in francese significa Natale. In fondo io ho fatto un bel regalo di Natale all’Aeroclub e ai tanti allievi che vogliono prendere il brevetto, te capii?». Guai a fargli presente che qualcuno potrebbe eccepire la trovata come elettorale: «Se c’è qualche pilota che non se la sente di volare sull’I-UMBE? Ma queste sono seghe mentali dei giornalisti. Gli aerei nuovi sono lì ed è quello che conta. Se poi c’è qualcuno a cui non va bene, be’... volino pure su altri aerei». L’Italo Balbo del Carroccio, fiero della trovata delle targhe, racconta la sua passione per le nuvole: «Sono cresciuto nel varesotto, vicino all’aeroporto di Vergiate. Praticamente dall’asilo ho vissuto con il naso all’insù e il sogno: volare. Tanto che quando sono diventato maggiorenne non mi sono fatto la macchina ma l’aereo.

Un catorcio: costava meno di una Cinquecento... ».
E di "aeropolitica" s'è anche occupato il mensile "Volare" di Editoriale Domus, nell'ultimo numero in edicola da oggi. Un occhiello che la dice lunga sul caso: "La legge del Re Leoni".

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