L’on line compie due anni e tocca quota tre miliardi

Oltre quattro miliardi e mezzo in due anni. La partenza fisiologicamente lenta (ma non troppo) nel settembre del 2008, poi il decollo, certificato da un’inchiesta ad hoc di Agipronews: 2,3 miliardi nel 2009, 2 miliardi nei primi otto mesi del 2010 - secondo le stime a fine anno si dovrebbe superare quota 3 miliardi - sono i numeri con cui il poker online italiano ha festeggiato il suo secondo compleanno. Il mese più ricco? L'asticella si ferma sui 297 milioni raccolti a gennaio 2010, insieme con gli oltre 290 milioni giocati a marzo di quest'anno.
Sembra passato un secolo dal primo torneo del settembre 2008, giocato su Gioco Digitale (che nel frattempo si è fusa con Bwin ed ha assunto il nome GD Poker per la propria piattaforma). In realtà il 2 settembre del 2008 furono quattro i tornei, per un montepremi complessivo di 216 euro. A partire dalle 17:01 furono premiati i primi sedici giocatori, mentre il primo vincitore fu il giocatore con il nickname 000000000000 che, spendendo un euro, ne vinse 8,64, superando altri 26 giocatori.
Da quell’esordio del 2 settembre 2008, il poker ha rivoluzionato l'intero settore dell'online regalando un approccio più «spigliato» al gioco, virato però sul versante dell'abilità e del ragionamento più che sul puro azzardo. La dimostrazione è data dal fatto che i giocatori di poker online non sono «sovrapponibili», se non in minima parte, al bacino d'utenza di altri giochi. Secondo l'ultima edizione della ricerca G@me in Italy, prodotta da Doxa e Human Highway con il patrocinio di Aams, il poker online - con 1,7 milioni di utenti italiani - è il gioco più popolare su internet.
Nella sua versione online il poker - principalmente nella tipologia Texas hold'em, la più mediatica e d'impatto - da settembre 2008 ha registrato una crescita quasi continua. E benefica per lo Stato, che percepisce il 3% della raccolta: 70 milioni incassati lo scorso anno, 90 milioni previsti per il 2010. Senza contare l'apporto del cash game, al momento fermo a Bruxelles, che potrebbe partire fra la fine di quest'anno e l'inizio del 2011. I tornei cash - il giocatore si siede al tavolo e gioca i propri soldi, formula differente da quella del torneo - sono ormai dietro l'angolo, in attesa che si chiuda il percorso regolamentare sulla rotto che va dalla romana Piazza Mastai (sede Aams) a Bruxelles.
Certo, per ora vola con una sola ala il poker italiano: all'offerta di gioco online, regolamentata e con raccolta canalizzata nei circuiti dei concessionari, manca il supporto dei tornei dal vivo, banditi dal territorio nazionale. Al momento gli eventi live vengono organizzati solo nei quattro casinò italiani e nelle sale di confine: innumerevoli gli appuntamenti, organizzati anche da marchi 'made in italy', nelle sale slovene o maltesi. Mentre è noto che il potenziale live, per circoli dedicati al gioco dal vivo, è nell’ordine dei 30 mila tornei in un anno, con volumi di gioco superiori a 400 milioni di euro.

Un mercato che, considerato non solo gli addetti alla sala, ma anche tutte il resto del personale necessario per gestire una club, garantisce lavoro a circa 12 mila persone. Così era fino allo stop arrivato a settembre del 2009 in una circolare del Ministero dell'Interno: nessuna deroga «fino all'entrata in vigore della nuova normativa in materia». Che resta molto attesa.

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