L’odio anti-Cav esce dalle gabbie

Sapete perché il film «Vallanzasca» di Michele Placido ha causato polemiche? Perché trasforma in eroe un assassino? Sbagliato. Il vero motivo lo spiega Boris Sollazzo su Film Tv, al termine della sua recensione: «Perché allora il film dà fastidio? Forse (...)
(...) perché René era un milanese di successo assetato di donne, denaro e fama? Vi ricorda qualcuno? Uno più basso, più brutto, più ricco, meno ero(t)ico. Avete indovinato, bravi». Bravi noi, ma bravo anche Sollazzo a suggerire una interpretazione così fantasiosa. Non è un caso isolato. Quando la situazione si fa caotica, il commentatore parte volentieri per la tangente. Se poi c’è di mezzo Berlusconi, apre le gabbie da cui fuggono opinioni spericolate; tira conclusioni sommarie; gronda retorica; propone citazioni letterarie di ogni tipo purché fuori luogo (si va da Hannah Arendt a Primo Levi passando per le favole di Andersen).
Tra i generi più frequentati dai giornali, in questi giorni, c’è il disprezzo dell’elettore di centrodestra. Un classico. Concita De Gregorio sintetizza sull’Unità: «Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché. La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi». Voi chi? Ma sì, proprio voi che state leggendo e noi che stiamo scrivendo: «Un popolo di mantenuti che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio. Siete questo, tutti?» si interroga il direttore. Michele Serra su Repubblica ci informa invece di un fatto che riempirà di costernazione (o di gioia) gli psichiatri: «Se milioni di italiani sognano di vivere con lui (il Cav, ndr), vuol dire che milioni di italiani sono depressi». Ecco la diagnosi del dottor Serra: «No, non è sano di mente questo Paese». Pazzi, mantenuti e «senza amor proprio» aggiunge Giuseppe D’Avanzo ancora su Repubblica. Pazzi, mantenuti, senza amor proprio e con la coscienza semi-oscurata da anni di propaganda, sermoneggia Barbara Spinelli a giornali unificati (Repubblica, sermone lungo; il Fatto, sermone breve) dopo aver sottolineato di non disprezzare, bontà sua, gli elettori di Berlusconi (che vorrebbe, democraticamente s’intende, privare del diritto di candidarsi alle future elezioni). Pazzi, mantenuti, senza amor proprio, con la coscienza semi-oscurata e l’«immaginario» tipico «dei bassifondi della società» per dirla con Michele Prospero del Manifesto. Secondo il quale «il segreto del berlusconismo» è questo: «La singolare coincidenza tra la condotta irregolare dei vertici del potere» e «l’immaginario profondo dei bassifondi della società» perché i vizi del potere coincidono con «i sogni del pubblico spoliticizzato» attratto da denaro e «simbologie del desiderio».
Altro genere in voga è stilare il referto psichiatrico del premier. Del resto, siamo un popolo di psicologi, criminologi e commissari tecnici. Paolo Flores d’Arcais sul Fatto: «L’Italia è nelle mani di un videocrate stramiliardario e psichiatricamente border line». Poi evoca la Pallacorda, scelta un po’ border line: che punti alla decapitazione di Silvio? Beatrice Borromeo, sempre sul Fatto, offre il microfono a Fabrizio Corona, esempio di condotta impeccabile e francescana umiltà (infatti si presenta così alla principessa: «Ogni volta che vado in tv è un evento storico»). Ecco il risultato: «Il premier è fuori di testa, è malato di sesso». Sul Riformista Alessandro Campi, vicino a Gianfranco Fini, mostra di avere informazioni riservate: «Il Cavaliere, nei suoi convincimenti più profondi, nella sua forma mentale e nelle sue abitudini più intime, in realtà è sempre stato un italiano maschio degli anni Cinquanta, uno che non s’è mai schiodato dalla formazione ricevuta nell’adolescenza, al tempo stesso libertina e parrocchiale, licenziosa e bigotta». Chissà chi glielo ha detto.


In questo clima, si inserisce il necrologio di Arrigo Alloni, 80 anni, apparso a Certosa, provincia di Pavia: «Il nonno ci faceva ridere sempre, l’unico dispiacere è che se n’è andato prima del Berlusca». Quando si aprono le gabbie...

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