L’odissea dei malati dal Doria all’ex Ispre

Sono 56 i pazienti psichiatrici ricollocati in un vecchio albergo

Fabrizio Graffione

Trecento metri per andare a fare un riposino, in bagno o per cambiarsi la giacca. Il dribbling è fra i sigilli delle porte messi dall'autorità giudiziaria dopo la morte, sotto i calcinacci, di un'anziana alla residenza della Doria il novembre scorso. Spostati, nelle scorse settimane, da una stanza all'altra per paura di altri crolli. Fino alla decisione del trasferimento nella struttura ex Ispre a Nervi.
Sono i 56 pazienti psichiatrici, 36 della comunità protetta, 20 di quella terapeutica, ospiti nell'ex manicomio a Quarto, che da oltre tre mesi vivono in una difficile e precaria situazione. Sono persone con gravi problemi. In molti sono instabili. Dovrebbero, quindi, avere almeno un ambiente intorno a loro il più possibile familiare. Un piccolo spostamento di luogo e di «casa» per loro, diventa un grave trauma. Insieme a loro ci sono le famiglie, i medici, gli operatori e gli infermieri. In molti non capiscono come un edificio, ristrutturato soltanto quattro anni fa per un costo, si dice, di oltre una dozzina di milioni di euro, sia già da buttare. Altri non ci stanno alla decisione della Asl di trasferire i pazienti a Nervi. Alcune mamme che abitano in zona, hanno cominciato a esternare le loro perplessità: sono preoccupate perchè alcuni sono schizofrenici e, anche se seguiti passo passo dagli operatori dentro alla struttura, sono liberi di uscire in una zona a loro poco famigliare. Sarebbero spaesati, al contrario di Quarto, dove in molti, in quell'enorme parco e nelle strade circostanti, hanno vissuto per anni.
«Il rischio è che vadano a Nervi e ci restino ben oltre l'estate come promesso dalla Asl - spiega uno dei famigliari dei malati - mentre si sarebbero potute trovare altre soluzioni idonee per questo tipo di pazienti che hanno un equilibrio psicologico molto precario. La maggior parte di loro sarebbe destabilizzata da questo trasferimento. Si sarebbe potuto utilizzare una struttura adiacente alla casa Michelini dove oggi dormono i pazienti. Inoltre da quando è successo il drammatico incidente all'anziana ospite, avrebbero potuto gradualmente rimettere a posto alcune stanze così da consentire un recupero ed evitare l'allontanamento dall'edificio che loro considerano come una casa».
L'odissea dei malati psichiatrici dovrebbe cominciare fra un paio di settimane. L'altro giorno c'è stato un incontro fra i responsabili della Asl e i proprietari dell'ex Ispre, la fondazione Maugeri di Pavia.

L'albergo, abbandonato non da molto tempo, sarebbe in condizioni idonee per alloggiare i primi venti pazienti nel giro di pochi giorni. Il direttore generale Alessio Parodi avrebbe garantito nella temporanea struttura la stessa assistenza di Quarto. In particolare la cucina, gli operatori, i medici e gli infermieri, dovrebbero essere gli stessi.

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