da Milano
Hugo Chavez gioca in casa, ma ha già perso la partita. Nel vertice che si è aperto ieri a Caracas, i membri dellOpec hanno respinto in blocco la proposta del presidente venezuelano di tagliare la produzione di greggio in modo da eliminare leccesso di output che potrebbe provocare un crollo delle quotazioni. E con altrettanta freddezza è stato accolto il tentativo di Chavez di allargare il fronte dei Paesi del Cartello favorevoli ad abbandonare - così come aveva ventilato lIran - la «dittatura del dollaro», a favore delleuro nelle transazioni internazionali di petrolio.
Sul versante dei livelli produttivi, lorganizzazione resta ferma sulle posizioni espresse durante il corso degli ultimi mesi. Ovvero, che il mercato è sufficientemente rifornito, anche a fronte dalla crescente domanda di Cina e India, e che il surriscaldamento dei prezzi fino al record di 75 dollari il barile è stato determinato dalle tensioni geopolitiche, in particolare quelle innescate dal braccio di ferro tra Washington e Teheran. Incassato il no, Chavez ha mischiato le carte: «Sappiamo che alcuni Paesi del nord vorrebbero che noi aumentassimo l'estrazione di greggio, ma non credo che questa sia una strada». Difeso il ruolo di regolatore svolto dallOpec (un ruolo che secondo molti analisti il Cartello non recita più da anni), il presidente del Venezuela ha poi proposto «una base minima di 50 dollari per il prezzo del barile, e magari nessun tetto. Il tetto - ha detto - potrebbe essere l'infinito».
Ma il cuore del suo intervento è stato soprattutto lattacco agli Stati Uniti, invitati a porre fine «allaggressione allIrak e alle minacce allIran». Anche se gli Usa costituiscono il principale sbocco delle esportazioni di greggio venezuelane, dopo avere rinegoziato i contratti petroliferi con le compagnie straniere per aumentare il controllo governativo Chavez prevede di raddoppiare le vendite alla Cina e di espandere il giro daffari in Europa attraverso la Russia. Lidea di adottare leuro risponde dunque a una logica politica e a una strategia economica. «Spero - ha detto - che lOpec possa prima o poi liberarsi della dittatura del dollaro. Esistono monete forti come leuro, di cui bisogna tener conto.
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