Marzia Paolucci
da Roma
Attenzione al «trionfalismo politico» e occhi puntati alle regole dingaggio della discussa risoluzione 1701 dellOnu.
Alla vigilia del Consiglio dei ministri determinante per la partecipazione italiana a Unifil 2, dalla Cdl cominciano a farsi sentire gli echi di quel «sì condizionato» più volte espresso verso lintervento in Libano.
«Rispetto a una missione che già presenta grandissimi problemi, non cè nessun bisogno di fare del trionfalismo proclamando che lItalia torna tra i grandi né di realizzare fughe in avanti proclamando lintenzione di estendere lintervento anche a Gaza», commenta in una nota Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia.
Cicchitto ricorda alla maggioranza i rischi di «unoccasione di propaganda a fini interni», quella frase di Romano Prodi ai lettori rimbalzata dal sito di Repubblica alle agenzie, proprio non è piaciuta. «Chi in una situazione così difficile proclama con enfasi siamo tornati tra i grandi - attacca - in effetti dimostra di essere rimasto un provinciale. Prima di volersi occupare di Gaza è bene che Prodi si occupi dei problemi riguardanti il Libano che non sono pochi, anche se la Francia si è unita a noi per guidare la missione».
Una missione che per Cicchitto «inizia già male, viste le ripetute proclamazioni di Hezbollah di non voler a nessun costo disarmare». Per non parlare, avverte, delle opposizioni siriane e libanesi allinvio di truppe al confine con la Siria e agli ultimi sviluppi sul nucleare in Iran: tutti fattori spia che «esistono molti rischi che la risoluzione 1701 diventi carta straccia, come la 1559 e che la realtà diventi incandescente».
Gli risponde il dielle Franco Monaco, deputato dellUlivo che allontana ogni dubbio: la missione, dichiara «non è per noi, motivo di compiacimento, tuttaltro. Fa impressione il moltiplicarsi di voci scettiche o contrarie nella Cdl». Lultima parola nel botta e risposta tra schieramenti torna a Cicchitto: «Lonorevole Monaco tutto può fare tranne che darci lezioni».
Contro latteggiamento della maggioranza anche Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Fi per il quale «il trionfalismo propagandistico e le critiche strumentali rivolte allopposizione allo scopo di coprire le spalle del Governo nei confronti della sinistra radicale, sono una manifestazione di irresponsabilità politica e preoccupante superficialità».
Antonio Tajani, presidente degli europarlamentari di Forza Italia nel Parlamento Europeo, difende invece la scelta di coesione europea invitando il governo a uscire dall«equivoco». «Scelga di essere europeista sul serio - provoca - non si può elogiare la scelta dellUnione europea di partecipare alla missione in Libano e contemporaneamente ignorare la risoluzione di Strasburgo che definisce Hezbollah organizzazione terroristica».
Scettico sullesito di Unifil 2 anche il senatore di An, Francesco Storace: «Sono diverse le cose da chiarire nella missione che ci apprestiamo a inviare in Libano; gli Hezbollah non verranno disarmati, lillusione che lesercito libanese sgombrerà la parte meridionale del suo Paese dai terroristi appare come un sogno irrealizzabile».
Concorde con la linea di Forza Italia, anche Gianfranco Rotondi, segretario nazionale della Dc: «La condanna senza se e senza ma degli Hezbollah e il disarmo delle milizie terroristiche sono le priorità della missione in Libano per avviare un reale e concreto processo di pace».
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