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L’opposizione lancia la moratoria giudiziaria

«Stop alle toghe fino al 9 aprile, le inchieste possono essere un boomerang»

da Roma

Dal caso Mills passando per gli attacchi a Storace e a Cesa. Il centrodestra nel mirino della magistratura a meno di un mese dal voto? Una giustizia a orologeria? La convinzione, ormai, non è solo di quanti si battono per la Casa delle libertà. Anche fra gli avversari politici le indagini e i provvedimenti dei Pm concentrati proprio in questi giorni di campagna elettorale paiono qualcosa di più di una coincidenza. Così, a sorpresa, è proprio da due esponenti del centrosinistra che parte una singolare proposta: una tregua giudiziaria da qui al 9 aprile. A chiederla sono l’esponente della Rosa nel Pugno, Daniele Capezzone, e Bobo Craxi, leader dei Socialisti.
Capezzone, dai microfoni di Settanta in Due, la trasmissione condotta ogni sabato con Mario Adinolfi da Radio Città Futura, chiede «una moratoria di ventotto giorni da parte della magistratura, questo ci vorrebbe. I ventotto giorni che mancano alla data delle elezioni. C’è una campagna elettorale, si svolga serenamente e per quattro settimane si può magari evitare di far piovere provvedimenti giudiziari sul premier, che se ne servirà come arma di campagna elettorale trasformandoli in un boomerang per l’Unione».
Un appello che quasi contemporaneamente viene lanciato da Bobo Craxi.

«Bisognerebbe immaginare una sorta di moratoria per le azioni giudiziarie in campagna elettorale - sostiene il figlio dell’ex leader del Garofano -. Questi “interventi”, infatti, rischiano di inquinare o disorientare l’elettorato. Il centrosinistra può vincere senza aver bisogno di vedere gli avversari politici sotto inchiesta».

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