Sorpresa: con 1.297 preferenze e quasi 100mila euro raccolti, lOrchestra Verdi vince la gara di endurance nella scelta del «Cinque per mille» degli italiani, piazzandosi al primo posto in Italia tra gli enti musicali nazionali, seguita dal Teatro Regio di Torino e, sul terzo gradino del podio, dal Comunale di Bologna. Il che vuol dire, per ovvia e naturale conseguenza, che anche a Milano lensemble dellAuditorium e relativa fondazione sbancano la piazza, lasciando distaccatissima la Scala al secondo posto in città, con meno della metà delle preferenze (534), pari a una raccolta di oltre 51mila euro.
Ma come è possibile che un ente relativamente recente (lorchestra, fondata nel 1993 da Vladimir Delman, è dunque da poco «maggiorenne»), possa avere surclassato istituti molto più blasonati, almeno sotto il profilo storico, come, appunto, il Teatro alla Scala? Lo chiediamo direttamente a Luigi Corbani, direttore generale della fondazione con sede in largo Mahler: «Così sui due piedi mi viene da pensare che la Verdi gode di un legame con il pubblico particolarmente profondo; pubblico che non vive la fondazione e le sue iniziative solo da spettatore, ma come offerta culturale e servizio pubblico, che poi è il vero core business della Verdi». In effetti, al di là della stagione sinfonica, con le sue 38 proposte in Auditorium per tre concerti ciascuna, la fondazione offre ai milanesi e non solo una raffica di «servizi» che vanno nel segno della divulgazione della cultura musicale a 360 gradi. Come il neonato corso di musica, che si aggiunge ai corsi di canto, alle iniziative per le scuole direttamente presso gli istituti scolastici. O, ancora, al corso di canto per i carcerati di San Vittore, ai Discovery in Auditorium, unora di concerto, preceduta da opportuna (e coinvolgente) introduzione, e alla rassegna Crescendo in musica per i più giovani. Insomma, un pour pourri di offerte che sta cogliendo nel segno: quello di una proposta della musica cosiddetta «colta» che va a sollecitare la sensibilità di tutti. E non è finita. «Con il 2012 - prosegue Corbani - svilupperemo uniniziativa per quel 30 per centro di milanesi over 65 che ha tempo disponibile e non ha mai avuto modo di avvicinarsi a un genere musicale ritenuto lontano e difficile. Ma organizzeremo anche un corso per stonati, perché, come diceva lindimenticabile maestro del coro Romano Gandolfi, è più difficile stonare che intonare».
Insomma, un bilancio positivo a tutto tondo, che segna a consuntivo qualcosa come 402 manifestazioni tra i concerti sinfonici, le presenze esterne (dalle tournée in Italia e allestero alla presenza da protagonista al Festival di Spoleto) alla stagione barocca fino allo speciale ciclo su Nino Rota.
«Beh, difficile dire. Noi intanto andiamo avanti: stiamo definendo una serie di programmi che da qui al 2013 dovrebbero portare la Verdi in giro per il mondo», conclude fiducioso Corbani
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