da Vienna
«Sì, sono il padre di quei bambini. Nessun altro poteva entrare in quello scantinato». Josef il mostro ha ammesso tutto. Una violenza incestuosa durata per 24 anni, durante i quali ha tenuto sequestrati la figlia Elizabeth e i sette figli-nipoti che le ha fatto partorire: uno è morto, tre vivevano nella cantina-prigione e gli altri nellappartamento di Amstetten, tranquilla cittadina austriaca,con lui e la moglie.
Josef Fritzl, 73 anni, ingegnere elettronico in pensione, ha ammesso tutto e per la polizia il caso è praticamente risolto. Ora viene la parte più difficile: sostenere moralmente e psicologicamente Elizabeth, che oggi ha 42 anni, e i suoi figli. «Voglio aiutarli», ha detto Natasha Kampusch, la ragazza austriaca a sua volta sequestrata da bambina da uno squilibrato e tenuta prigioniera per otto anni e mezzo in una cella sotterranea di sei metri quadrati.
Natasha, che dopo essersi liberata da sola nellagosto 2006 e aver raccontato la propria storia in tv è diventata una celebrità mondiale, ieri si è rivolta alla stampa con unintervista alla radio nazionale Orf. «Voglio aiutare finanziariamente lintera famiglia», ha spiegato, dicendosi anche pronta a contatti diretti soprattutto con Elizabeth Fritzl.
Le persone tenute prigioniere nella cantina della casa per così tanto tempo hanno bisogno di misure di formazione scolastica, di assistenza sociale e medica e per questo i soldi aiutano, ha detto ancora Natasha.
Poco dopo essersi liberata dalle mani del suo aguzzino Wolfgang Priklopil, Natasha aveva annunciato di voler creare con i circa 50.000 euro ricavati da donazioni e tramite i diritti di vendita delle sue interviste, una fondazione destinata a progetti umanitari. «Già da alcune settimane pensavo di dedicare quei soldi a persone o scomparse o vittime di abusi».
Ma, alludendo alla maniacale attenzione che i media hanno riservato al suo caso, Natasha ha aggiunto: «Per me il tumulto mediatico non è una cosa buona per queste persone: in quei momenti la priorità è imparare a orientarsi nella nuova situazione, e le influenze esterne rendono tutto più difficile».
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