È lOsama Bin Laden in rosa, la pasionaria dellintegralismo femminile, licona di una pericolosissima generazione di donne islamiche pronte a vestire lo chador e il giubbotto esplosivo. A differenza del capo di Al Qaida non fugge, non si nasconde tra le montagne, non teme gli infedeli. Lei ci vive in mezzo, ne sfrutta le debolezze, le usa per dare più enfasi ai suoi messaggi ispirati al terrorismo suicida. Si chiama Malika el Aroud, ha 48 anni, è nata in Marocco, è cresciuta in Belgio e parla il francese meglio dellarabo. Sette anni fa accompagnò in Afghanistan suo marito Abdessater Dahmane, attese che eseguisse il clamoroso attentato suicida costato la vita, alla vigilia dell11 settembre, alleroe afghano Ahmad Shah Massoud quindi sfruttò la cittadinanza belga per farsi rimpatriare a Bruxelles. Oggi è ancora lì, campa grazie a un sussidio di disoccupazione garantitole dal governo, ma per le invasate ammiratrici innamorate del suo sito internet è Umm Obeida, la spregiudicata voce integralista che incita le donne islamiche a imboccare la strada del kalashnikov e del martirio.
A chi laccusa di complicità con il terrorismo lei replica di esser candida come un giglio. «Non è compito mio mettere le bombe, le parole sono la mia unica arma e la scrittura è per me più forte di tutte le bombe».
E se Ayman Zawahiri, il braccio destro di Bin Laden, continua a vietare Al Qaida alle donne poco importa. Lei, vedova di uno dei più famosi attentatori suicidi, se ne può pure fregare. «Normalmente nellIslam gli uomini sono più forti delle donne, ma io dimostro - scrive orgogliosa - che la cosa importante è temere Dio e nessun altro».
Lorgoglio femminile di Al Malika si coniuga, però, con una spiccata propensione allincitazione allodio e alla violenza. «Il Vietnam è nulla rispetto a ciò che vi aspetta nelle vostre terre, chiedete a mogli e sorelle di ordinarvi le bare», avverte il frequentatissimo sito di Umm Obeida rivolgendosi agli europei coinvolti in Irak e Afghanistan.
Se le parole sono inquietanti le relazioni lo sono ancor di più. Risposatasi con Moez Garsalloui, un tunisino residente in Svizzera, Al Malika nel 2005 è stata espulsa dalla Confederazione dopo aver lanciato i suoi primi siti dispirazione qaidista. Riparata in Belgio è stata arrestata lo scorso dicembre assieme ad altri 22 militanti sospettati di preparare attentati e di pianificare levasione di Nizar Trabelki, un ex calciatore condannato per terrorismo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.