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L’ottimismo di Bankitalia: «I mercati sono pronti a ridare fiducia al Paese»

L’Italia è una convalescente che ha bisogno di cure immediate per ritrovare la fiducia dei mercati ma ha le energie per guarire. É questo il significato della diagnosi scritta ieri dai «medici» di Bankitalia: il debito pubblico della Penisola - sottolinea la Vigilanza - è sostenibile e rimarrebbe stabile, o in leggero calo, nei prossimi due anni anche se i tassi di interesse sui Titoli di Stato arrivassero all’8% e la crescita fosse uguale a zero. In sostanza i rendimenti da capogiro raggiunti in questi giorni dai Btp non mettono a repentaglio la stabilità del Paese.
L’Italia ha visto inoltre migliorare la lancetta del fabbisogno, calato nei primi dieci mesi del 2011 a 60.800 milioni, circa 12.300 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 (73.061 milioni). Non solo, date queste premesse, il Tesoro stima che il dato di fine anno sarà «sicuramente inferiore all’obiettivo» prefissato di 64,8 miliardi, ad un livello già 2,3 miliardi inferiore rispetto al 2010.
Ignazio Visco ha tuttavia accompagnato il «referto», contenuto nel secondo rapporto sulla stabilità finanziaria redatto dall’istituto centrale, con una indicazione netta: il governo deve «proseguire con decisione nell’azione di risanamento delle finanze pubbliche». Perchè questo è l’unico antidoto possibile - ha proseguito il neo governatore di Palazzo Koch - per «riconquistare la fiducia degli investitori, ridurre in maniera permanente il rischio sovrano e preservare la stabilità del sistema finanziario». L’impegno assunto in sede europea a ridurre il debito pubblico e avviare un ampio programma di riforme strutturali va quindi «onorato, con rapidità e coerenza». Il successore di Mario Draghi ha quindi rilevato come «con pari determinazione» vadano rimossi gli ostacoli a uno sviluppo sostenuto dell’economia». A preoccupare è soprattutto il fronte delle imprese da cui, stando ai sondaggi curati dalla Vigilanza, sale la preoccupazione per un’ulteriore stretta creditizia. Qualora queste aspettative si materializzassero, «nel 2012 le condizioni finanziarie potrebbero peggiorare per molte imprese». Alla base c’è l’attuale difficoltà delle banche a raccogliere liquidità, se non a prezzi proibitivi. Il nostro sistema creditizio - ha rimarcato Visco - non è tuttavia «fonte di instabilità e la sua posizione patrimoniale è solida e sarà ulteriormente rafforzata» dopo le misure decise dalla Ue. Aumenta comunque l’esposizione delle banche verso il nostro debito pubblico che per il 39,2% è invece in mani straniere.
Si conferma poi la bassa propensione a indebitarsi delle famiglie, pur con una tendenza in aumento soprattutto tra i nuclei meno abbienti. Il venire meno a gennaio della moratoria promossa dall’Abi per sospendere il pagamento della rata del mutuo in caso di difficoltà potrebbe poi creare altri problemi.
Quanto ai calcoli della Vigilanza sulla tenuta dei conti pubblici, l’esercizio di «stress» ha ipotizzato, in un primo scenario, che dal gennaio 2012 i rendimenti su tutte le nuove emissioni di Bot e Btp subiscano un incremento del 2,5%.

Una seconda simulazione prevede invece che l’impennata dei rendimenti finisca con l’annullare la crescita dell’economia nel triennio 2012-14.Nel primo scenario il rapporto debito/pil si ridurrebbe fino al 115,5% nel 2014. Nel secondo, nonostante la stagnazione dell’economia reale, il debito pubblico si stabilizzerebbe attrono al 120 per cento.

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