«Siamo più leghisti dei leghisti» dichiara in modo paradossale Luigi Baruffi, segretario regionale dellUdc. I toni sono da campagna elettorale più che da trattativa ancora in corso, ma solo la Lega ha linteresse a dire rien ne va plus e lo fa Davide Boni, capodelegazione del Carroccio in giunta: «Meglio soli che male accompagnati». Inaccettabile, per la Lega, il sostegno dellUdc a Maercedes Bresso in Piemonte. Baruffi ironizza: «Non sono loro gli alfieri del regionalismo e dellautonomismo? Allora ciascuno decida in autonomia e la Lombardia non stia a guardare che cosa fa il Piemonte. Siamo più federalisti noi, siamo più leghisti dei leghisti».
In realtà, battute a parte, lUdc lombarda è più che mai legata alle decisioni romane. Baruffi ha visto Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini, che hanno ribadito lintenzione di procedere con le alleanze a macchia di leopardo. Nei prossimi giorni incontrerà nuovamente Roberto Formigoni per comunicare ufficialmente la risposta. Ma come è chiaro da tempo, i margini per mantenere laccordo sono inesistenti. «I piemontesi hanno fatto unaltra scelta...» insiste Baruffi.
NellUdc la discussione riguarda adesso gli alleati. Molto corteggiato Savino Pezzotta, ritenuto «un candidato di sintesi», anche se lex segretario della Cisl non è desideroso di mettere in gioco energie (anche economiche) in una battaglia destinata a sicura sconfitta. Nome gettonato è quello di Magdi Cristiano Allam, il noto giornalista già musulmano, convertitosi al cattolicesimo ed eletto al Parlamento europeo sotto le insegne del partito di Casini. In corsa anche la candidatura di Luca Volontè, presidente del gruppo dellUdc alla Camera. E cè anche chi pensa a Pierluigi Mantini. Insomma, è assai probabile che la scelta cadrà su un parlamentare e non su un esponente politico destinato a rimanere in consiglio regionale.
LUdc ha riunito la direzione regionale lunedì scorso. Al vertice hanno partecipato trentatré persone e si sono iscritte a parlare in ventitré. Evidente una spaccatura tra chi vorrebbe fare di tutto per salvare lalleanza e i sostenitori di una corsa solitaria. Insomma, non tutti ritengono chiusa la questione. «Cè ancora un mese di tempo, vedo che le Regioni sono ancora tutte in ballo» osserva Mario Scotti, assessore alla Casa nella giunta Formigoni.
Scotti non si scompone di fronte allo sfratto leghista: «A me la polemica con la Lega interessa zero. Dicano pure quel che che vogliono, io rispondo alla gente che mi ha votato e al presidente Roberto Formigoni che mi ha voluto come assessore. Lui ha avuto fiducia in me e io sono lì a fare il mio dovere».
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