Laffondo è di Nicola Abbundo, capogruppo Udc in consiglio regionale: «In Liguria non si rispettano le leggi regionali - attacca-. In poco più di un anno, il dottor Giovanni Orengo vince un concorso da primario, diventando direttore dellUnità operativa Igiene ed Epidemiologia ospedaliera e, quindi, assurge alla carica di Direttore sanitario dellAzienda ospedaliera San Martino di Genova. Il tutto - aggiunge il consigliere regionale dellUdc - in barba allarticolo 23 della legge regionale 41 del 2006 che obbliga la Regione a istituire lelenco degli aventi diritto alla nomina di Direttore sanitario, elenco che a tuttoggi non è stato pubblicato. Ma soprattutto in barba al comma 2 dello stesso articolo, con il quale si obbliga la Regione ad effettuare le verifiche dei requisiti ai fini delliscrizione allelenco».
Abbundo allarga il discorso al grande ospedale cittadino: «Aumenta la preoccupazione per le sorti dellazienda ospedaliera San Martino che nellarco di un anno cambia tre Direttori sanitari (Capra, Copello, Orengo) e rischia di compromettere sempre di più limmagine di Ospedale deccellenza in Liguria».
Contro la giunta Burlando si schiera anche Piero Randazzo, responsabile sanità dellUnione a sinistra, partito che fa parte della maggioranza in Regione. «La gente è delusa da questa giunta, la sinistra non può prendere in giro i cittadini - scrive Randazzo in una nota-. Le liste di attesa aspettano sempre una soluzione, si propongono interventi pesanti di edilizia ospedaliera a Sampierdarena e in altre realtà che nulla hanno a che vedere con i veri bisogni della gente. Burlando avverte i direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere che se non risolvono il problema delle liste di attesa essi stessi verranno cambiati. Ma ci volevano due anni e mezzo per valutare loperato fallimentare dei direttori da lui stesso nominati?» si chiede polemicamente Randazzo.
E conclude: «La verità è che questa giunta ha fallito su tutta la politica sanitaria e la serietà dovrebbe imporre a chi ha ancora un minimo di senso di responsabilità verso gli elettori di trarne le debite conseguenze politiche. Ai miei compagni di Sinistra europea e Unione a sinistra dico: diamo una scossa radicale alla politica sanitaria o togliamo il disturbo».
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