Francesca Angeli
da Roma
La Casa delle libertà può trovare il suo centro di gravità permanente in Roberto Formigoni. A dirlo è lUdc anche se il governatore della Lombardia ribadisce la sua fiducia in Silvio Berlusconi.
Dopo laffondo di Pierferdinando Casini tocca a Rocco Buttiglione infliggere la successiva stoccata a Berlusconi dal palco del Meeting di Rimini. Questa volta è il ministro dei Beni Culturali, considerato un tempo dai suoi colleghi dellUdc addirittura troppo vicino al premier, a ribattere sullo stesso tasto che i centristi suonano da qualche mese, anche se con lunico risultato di provocare lirritazione del premier. Certo la linea di condotta dei centristi ha finito per isolarli allinterno della coalizione. Buttiglione confessa che lUdc si sente minacciata «dallirragionevolezza montante qualche volta anche tra noi» e questo perché non sono ascoltati allinterno dellalleanza. «Noi abbiamo una responsabilità comune e un compito comune - dice il ministro -. Dovremo ricordarlo tutti. Certi atteggiamenti considerano la critica quasi con fastidio e il rifiuto ad aprire un vero dialogo politico è davvero preoccupante». E invece, insiste Buttiglione, il centrodestra non può tornare a vincere se non elabora «un nuovo programma politico e non si rinnova». Il ministro osserva che «in un sistema bipolare non c'è spazio per un centro nuovo» e che «in tutta Europa il centro è sempre alternativo alla sinistra. Non è una collocazione a metà strada». Insomma non si vuole creare un terzo polo estraneo alla coalizione, assicura. «Il centro è un insieme di valori, di idee e di proposte - spiega -. Quando diciamo che vogliamo un centro forte, diciamo che vogliamo che la coalizione sia guidata a partire dal centro, con la sensibilità del centro che è la sensibilità del Paese». Ed in questo quadro di rinnovamento si inserisce anche lipotesi Formigoni. «Un eccellente candidato - riconosce il filosofo -. Ma il problema non è la leadership ma i valori e le regole democratiche. Il carisma si consolida in istituzioni altrimenti muore».
Non passa giorno senza che lUdc rinnovi la sua richiesta di un cambiamento interno al centrodestra a Berlusconi. Gutta cavat lapidem, devono aver pensato il leader Marco Follini insieme con il presidente della Camera ed il resto del partito. E così pure Buttiglione che alla platea del meeting ribadisce tutti i temi cari allUdc e indica pure un nome ed un cognome per un più radioso futuro del centrodestra, proprio quello di Formigoni che però interviene poco dopo per confermare che il suo candidato resta Berlusconi. Quella di Formigoni comunque è una candidatura che piace a molti dentro e fuori lUdc. «Non è un mistero che anche dal mio punto di vista e in molta parte del centrodestra Formigoni sia un ottimo candidato», commenta il capogruppo Udc alla camera, Luca Volontè. Insomma i centristi sembrano intenzionati a mettere in mezzo Formigoni. Il vicesegretario Udc Mario Tassone, ritiene una priorità «superare il bipolarismo come si è venuto a creare nella politica italiana». Prova a gettare un po dacqua sul fuoco il senatore Maurizio Ronconi.
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