L’Ue: «In Italia crollata la dispersione scolastica»

È stato approvato ieri a Bruxelles dai ministri dell'Istruzione dei Paesi dell'Unione Europea il secondo Rapporto congiunto del Consiglio e della Commissione che fa il punto sui progressi realizzati a livello comunitario e nazionale rispetto agli obiettivi comuni fissati. Il rapporto «ha evidenziato in particolare - si legge in una nota del ministero dell'Istruzione - che l'Italia il cui governo ha avviato riforme strutturali nel settore dell'istruzione e formazione, dal 2000 al 2005 ha compiuto sensibili progressi in alcune delle aree d'intervento ritenute prioritarie per migliorare la qualità dei sistemi educativi. La percentuale degli abbandoni precoci, ha sottolineato il ministro Letizia Moratti, «è passata dal 25,3% del 2000 al 21,9% del 2005 (dati Eurostat), con il tasso di decremento più alto rispetto ai principali Paesi europei. È cresciuto quindi il tasso di scolarizzazione nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. Peraltro, secondo i dati più recenti in possesso del ministero, la situazione è ulteriormente migliorata: attualmente infatti il tasso di abbandono scolastico si attesta attorno al 20 per cento. L'obiettivo per il 2010 è di arrivare, a livello europeo, al 10%». Il ministro Moratti aggiunge che «il saldo italiano è positivo anche per quanto riguarda il dato relativo ai giovani che hanno completato il ciclo secondario di istruzione». L'obiettivo atteso per il 2010 è l'85% a livello comunitario.

«Anche la partecipazione di persone tra i 24 e i 65 anni (popolazione in età lavorativa) ad attività di lifelong learning rivela un incremento nel corso del quinquennio 2000-2005», ha aggiunto Moratti, sottolineando poi che «dal 2000 al 2003, infine, il totale dei laureati in discipline scientifiche (matematica, scienze e tecnologia) è cresciuto nel nostro Paese da 46.600 a 66.800, con un incremento di oltre 20 punti percentuali».

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