«La mia pausa pranzo è la pausa di altri. Sono una mamma e devo pensare alle mie bimbe». Così, dopo il lavoro mattutino, Gaia Licato corre a prendere le due figlie di dieci e otto anni, Mariuccia e Valentina, e le conduce a casa per servire loro la colazione corretta. Quindi rientra in ufficio fino a sera. «Non è semplice - racconta - ma una donna che lavora deve farsi in mille per garantire la sua presenza sia nella professione che in famiglia».
Spesso non mangia - «meglio, così la linea è assicurata» - ma si concede una merenda alle cinque a base di frutta per riuscire a tirare fino a sera. Difetto alimentare: in alcuni giorni i caffè scorrono a go-go. «Le milanesi con figlie sono donne responsabili. Non trascurano nulla. Ottimizzare il tempo al minuto è lo sforzo più diffuso oggi in una mamma. Non siamo ancora arrivati a concepire che la maternità non è una sottrazione sulla produttività della vita sociale, ma un di più che fa bene alleconomia. Mangiamo meno e nello stesso tempo riusciamo a dare più energie». Gaia Licato confessa che a volte dal finestrino dellautomobile guarda con una certa nostalgia i single che bel belli siedono ai tavolini dei bar. «Spero che quando le mie figlie saranno più grandicelle mi allestiscano una succulenta pausa pranzo.
Elena Gaiardoni
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