«Ma l’Ulivo lo sta lasciando solo»

Laura Cesaretti

da Roma

«Sbagliano di grosso Prodi e gli altri leader del centrosinistra a star zitti o a prendere le distanze da Cofferati». Salvatore Buglio, il deputato-operaio ds che del leader Cgil fu duro critico, oggi è al suo fianco: «Sono stato quasi massacrato perché non ero d’accordo con la sua linea massimalista. La sinistra era tutta in ginocchio, e io solo come un cretino. Ora gli danno del traditore. Ma sta facendo una cosa di sinistra, e la sinistra non lo capisce».
Con chi ce l’ha, onorevole Buglio?
«Con la sinistra radicale dei Bertinotti, che sta dimostrando di non essere cambiata e di non avere capacità di governo. E con ’sto gruppo dirigente dell’Ulivo che non ha il coraggio di battere un colpo. Tutti zitti, non uno che abbia il coraggio di dire che il sindaco sta dando una risposta alle necessità dei cittadini, i più deboli per primi. Non capiscono che ciò che accade a Bologna è un assaggio di quello che ci capiterà al governo, se non avremo la forza di sciogliere prima i nodi, e di affermare che legalità e sicurezza sono valori da non regalare sempre al centrodestra?».
Perché l’Ulivo non lo sostiene?
«Perché hanno paura di incrinare gli equilibri faticosamente raggiunti dalla coalizione, e se ci si mette contro Bertinotti si rompe quel giocattolo chiamato Unione. Siamo tutti capaci di sciacquarci la bocca con Blair, ma quando un nostro sindaco dà un esempio di come si dovrebbe governare da “riformisti”, riscoprendo un po’ di etica della responsabilità su temi che la sinistra ha sempre trascurato per rifugiarsi dietro la coperta di Linus del pietismo sociale, tutti si dileguano.

Ma non si rendono conto i nostri dirigenti che sono proprio i più deboli che hanno bisogno di diritti e regole, e non di anarchia? Che se vanno a occupare le case che spettano ad altri poveri, fregandosene delle graduatorie, non è di sinistra far finta di non vedere? Se difendere la legalità è una cosa di destra, vuol dire che non ho mai capito niente».

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