RomaNon è per niente disposto a mandar giù lamaro boccone che verrà servito oggi, quando, tranne sorprese, le dimissioni di Italo Bocchino - da numero due del Pdl a Montecitorio - verranno accettate. E lo fa capire senza nascondersi. Ma è anche furibondo per la prima pagina di ieri del Giornale. Tanto che vorrebbe andare ben oltre quanto concesso a Porta a porta. Non a caso «ha una faccia che dice tutto», riferisce chi lo conosce bene e ha modo di vederlo da vicino. Insomma, per Gianfranco Fini stavolta si è «davvero superato il limite». Perché «se si vuole fare la guerra io ci sto, non ho paura, ma moglie e figli vanno sempre tenuti fuori dalla contesa», è il ritornello che - raccontano - si ascolta al piano nobile della Camera. Si riferisce al suo caso personale, è ovvio, ma allarga poi il discorso, lex leader di An, pronto a difendere pure in tv il figlio del Senatùr: «Ho incontrato Bossi con Renzo e il loro rapporto è tra le cose più belle che ho visto, lamore di un figlio verso il padre e viceversa».
Vorrebbe spingersi oltre, la terza carica dello Stato - irritato pure per la nota di solidarietà di Berlusconi, che considera, spiega un finiano, tardiva nei tempi e poco sincera nella sostanza - nonostante da giorni, dentro di sé avesse in qualche modo previsto tutto. «Sono sereno, ma purtroppo immagino che qualcuno inizi adesso a giocare sporco», confidava dopo lo scontro con il premier.
Ma a prescindere dalle posizioni in campo, tensione altissima, nel Pdl, per le dimissioni del finiano. A sciogliere il nodo sarà lassemblea del gruppo di Montecitorio, convocata in mattinata. Quando si avrà un confronto duro sullinterpretazione dellarticolo 8 del regolamento interno: lega o meno il suo destino a quello del presidente, Fabrizio Cicchitto? La strada sembra segnata sul «no». O per dirla con alcuni finiani, la trappola pare servita, visto che lassemblea è pronta ad accogliere le dimissioni del vicario con un voto sulle due lettere inviate da Bocchino: la prima per annunciare le dimissioni, la seconda per chiarire che la prima veniva sostituita dalla seconda. Non sarebbe prevista invece la nomina di un sostituto di Bocchino, anche se tra i rumors inizia a circolare il nome di Fabio Rampelli, non proprio vicino al presidente della Camera. Che sulla questione generale non nasconde il proprio disappunto, lanciando unaltra frecciatina al Cavaliere quando Bruno Vespa gli chiede un pronostico sulle possibili scelte di Cicchitto: «Lei crede che prenda questa decisione senza prima concordarla con il presidente del Consiglio?».
Con laria che tira, è possibile che finisca come immagina una deputata pidiellina: «Rischiamo di fare il bis della direzione nazionale, anzi peggio, non vorrei che volasse qualche sedia...». Intanto, Fini, cosciente di non poter forzare troppo la corda, visto che ogni tentativo di guerriglia politica verrebbe subito messa in risalto, si sarebbe lasciato andare ad una battuta che, agli ex azzurri, non pare per nulla benaugurale. Al termine dellUfficio di Presidenza della Camera, infatti, interpellato da uno dei presenti su una questione procedurale, avrebbe risposto, con un sorriso: «Vabbè dai, ce ne occuperemo nella prossima Legislatura...».
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