Sepang. Ci mancava il decalogo per piloti birichini. Non è ancora ufficiale, non è detto che sarà, ma lintenzione, benché per interposta persona, è stata sviscerata. Il direttore dellautodromo di Melbourne ha fatto sapere che la Federazione dellauto (ora presieduta da monsieur Jean Todt), starebbe valutando lintroduzione di regole e norme di comportamento espressamente dedicate ai piloti. Ma non per domarli quando sono in pista, bensì fuori, nella vita privata. Motivo scatenante, ovviamente, lincredibile ed enorme - si fa per dire - infrazione commessa da quel pericolo pubblico che più grande non si può di Lewis Hamilton. Ovvero? Aver fatto sgommare la sua Mercedes di servizio. Capito? Sgommare, solo sgommare, giusto un po di stridore e odor di polimeri in fumo. Nientaltro o poco altro.
Semmai, il codice comportamentale servirebbe per certi vigili urbani o poliziotti dAustralia in cerca di gloria e foto e riprese tv. Ma tantè, questo è stato, e ora si parla di decalogo perché la F1 e il Circus non hanno molta voglia di farsi criticare in giro per il mondo dopo certi sputtanamenti passati (Mosley e compagnia). Il problema, però, è che mettere un freno alle rarissime birichinate dei piloti tutti play station e molto robottini che popolano il Circus di oggi significherebbe, in pratica, condannare allestinzione la gloriosa stirpe dei driver dei tempi che furono.
Si vedrà. Nellattesa, godiamoci il commento sul tema di uno che non le manda mai a dire: Fernando Alonso. Il ferrarista, alla vigilia del Gp di Malesia, è sbottato: «Come sempre si esagerano le cose portandole allestremo. Io non so cosa sia successo a Hamilton, ma se un ragazzo di 25 anni esce con una macchina sportiva e fa un po rumore con le gomme, che poi se ne parli per una settimana e si debbano creare dei decaloghi penso sia una esagerazione». Posizione, la sua, che non cambia neppure quando gli fanno notare che a intervenire sui driver birichini potrebbero essere gli stessi piloti per mezzo dellassociazione loro emanazione: «No, questa resta comunque una situazione personale, non credo che lassociazione piloti debba dire niente a Lewis».
Decalogo a parte, sono invece godibili le frasi di Michael Schumacher che, piuttosto di sottolineare quanto vada bene la Ferrari leader di entrambi i mondiali, precisa con dovizia: «Se mi chiedete chi è in evidenza in questo avvio dico Sebastian Vettel. E lo sottolineo pensando alla forza della sua monoposto Red Bull. Saranno loro la principale minaccia anche perché non hanno avuto fortuna nei primi due Gp... Se le cose fossero andate per il verso giusto, probabilmente avrebbero vinto sia in Bahrein che in Australia».
Per i ferraristi la parola dordine è invece non abbassare la guardia su tutte le antagoniste in chiave iridata. «McLaren, Red Bull e Mercedes restano - ha spiegato Alonso - le nostre principali avversarie... Dopo solo due gare, tutti sono ancora contendenti e in piena lotta, anche se la Red Bull è probabilmente la più veloce». E il compagno Felipe Massa: «Abbiamo puntato sullessere più affidabili piuttosto che i più veloci perché in una stagione di 19 gare hai anche necessità di essere costante...
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