L’ultima crociata è sulla scuola degli stranieri

(...)Duro contro il premier. E ora duro contro il ministro dell’istruzione Gelmini colpevole di aver «bocciato» la prima elementare della scuola di via Paravia perché composta soltanto da due bambini italiani su 17. É la nuova crociata. «Credo sia incredibile - ha detto Pisapia alla festa del Pd - che si pensi di risolvere il problema dell’integrazione con la discriminazione e chiudendo una scuola importante dove studiano anche ragazzi italiani. É importante dare risposte positive e per questo faccio un appello ai genitori perchè iscrivano i figli a quella scuola, così si potrebbe risolvere il problema anche se penso sia politico». Già un problema politico. Sta diventando tutto un problema politico, o meglio ideologico. E la sinistra ha trovato il suo nuovo «santino» da interpellare sui temi di attualità, da intervistare, da mettere in vetrina tra i corredi buoni. E Giuliano Pisapia parla, interviene, risponde più o meno su tutto. «Profumo? Come ministro sarebbe prezioso...». «Il dopo Berlusconi? Il nuovo esecutivo dovrà dar vita ad un vero confronto con le parti sociali e non occuparsi solo delle emergenze come è accaduto a Romano Prodi». E ancora: «Il governo tecnico? No, serve un governo istituzionale». Insomma Milano ha finalmente un sindaco che interviene sui temi nazionali, che indica la strada. E’ cambiato davvero ’sto vento. Vuoi mettere gli anni bui di Albertini, quando il sindaco era amministratore di condominio e si occupava solo delle beghe dei suoi condomini o di depuratori? O quando c’era la «sciura» Moratti che voleva rilanciare il panettone come simbolo di milanesità? Che provinciali! Ora finalmente voliamo alto. Finalmente una città come Milano entra nel dibattito nazionale, «si confronta», «dialoga» come amano dire molti assessori di questa giunta e il sindaco in testa. Però, c’è un però.

Possibile che nei giorni in cui il Comune stanga i milanesi con l’addizionale Irpef e con un aumento del biglietto che ha fatto imbufalire mezza città il sindaco non abbia trovato modo per dire qualcosa ai suoi cittadini? Bastava poco, anche una frase di circostanza. Bastava dire qualcosa di «milanese».

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