L’ultima intercettazione: si parla di farmaci

Non ci sono solo le designazioni arbitrali nella richiesta di archiviazione della procura di Torino per i vertici della Juventus, ora al vaglio delle autorità sportive: nelle intercettazioni i pm torinesi si sono anche interessati a due sospetti casi di somministrazione illecita di farmaci.
In uno dei due casi si è pensato che ci fosse uso di Epo. Riguarda Chiellini, juventino dal giugno 2004 e poi ceduto alla Fiorentina: ai primi di agosto, a un controllo disposto dal Coni, risultò avere «alterati» i parametri di ematocrito ed emoglobina. Il medico sociale della Juventus, Riccardo Agricola, indagato per ricettazione di farmaci (e poi prosciolto), si informò sull'esito degli esami e, con Moggi, commentò «le possibili ripercussioni negative per la società». Una consulenza tecnica ritenne che «la variazione dei parametri sanguigni poteva essere indicativa di una possibile assunzione di eritropoietina», ma lo stesso procuratore capo, Marcello Maddalena, ha chiesto l'archiviazione perché l'esperto non si è espresso in termini di certezza assoluta.
Il secondo episodio si riferisce a Nedved: si era infortunato il 27 giugno 2004 giocando con la nazionale del suo paese. «L'allenatore e i vertici della Juventus» volevano che si riprendesse in tempo per la sfida di Champions League del 25 agosto con il Djurgarden, e Agricola gli diede «degli analgesici e antinfiammatori per il ginocchio molto attivi ma anche molto tossici e potenzialmente pericolosi per il giocatore stesso».
Quella partita di Champions è al centro di molte intercettazioni. Dopo l’andata pareggiata 2-2 a Torino Moggi chiamò Pairetto, designatore degli arbitri italiani, ma anche membro della commissione arbitrale europea. Moggi dice: «Ma che... di arbitro ci avete mandato?». «Fandel è uno dei primi», replica Pairetto. «Ma questo può andare in c..., Gigi, questo qui te lo dico io deve andare in c..., fidati di me. Ora mi raccomando giù a Stoccolma, eh?», prosegue Moggi.
Prima del ritorno Moggi chiama Pairetto, perché l'arbitro designato per la gara non è quello precedentemente concordato: il dg vorrebbe Cardozo, ma si ritrova l'inglese Graham Poll. «Buongiorno - dice Moggi al telefono - all'anima di Cardozo, eh? Paul Green (Moggi in realtà storpia il nome)». Pairetto replica: «Allora è successo qualcosa all'ultimo momento: io ho Cardozo, è successo qualcosa, si vede che è stato male, o qualcosa del genere».
Arbitri anche in Italia. È il 20 settembre 2004, qualche giorno prima di Sampdoria-Juventus. Moggi chiama Pairetto: «Ma che fate i sorteggi?». Pairetto: «Sì, adesso... comunque abbiamo impostato bene, stiamo definendo, è tutto ok... tutto avanti... a dopo». Poco dopo una segretaria della Figc chiama Moggi: «Sono usciti gli arbitri». Il dirigente bianconero: «Sì, sì, ma li conosco già: abbiamo Dondarini». La segretaria è stupita: «Sì, Dondarini, esatto».
Successivamente Pairetto chiama Dondarini. Il designatore dice: «Mercoledì fai una bella partita tutta sai che lì e sai che son sempre». Dondarini lo rassicura: «Con cinquanta occhi bene aperti», e Pairetto ribadisce: «Eh bravo, per vedere anche quello che non c'è a volte».
Tra Moggi e Peiretto si parla anche di altro.

Di una segretaria molto legata a Paolo Bergamo, altro designatore arbitrale con Pairetto, il quale dice: «È una serpe in seno, non la voglio più». Moggi chiama Carraro e parla di Lippi, ct della Nazionale, suggerisce di trovargli una segretaria. Poi parla della donna con il dirigente federla Mazzini: «Bisogna toglierla da dov’è».

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