L’ultima lunga notte da Fenomeno: «Lo giuro, tornerò...»

L’incidente, l’ospedale, le lacrime e la promessa: «Giocherò ancora». Il medico del Milan: «Già alcuni giorni fa ha sentito un fastidio»

da Milano

La notte che Ronaldo non dimenticherà mai, forse la più lunga della sua vita, quella che senz’altro gli lascerà un segno indelebile nel fisico e nel morale. Lui, abituato alle notti brave e al divertimento sfrenato, in pochi attimi ha visto passargli davanti agli occhi un’intera vita sportiva. «Perchè, perchè sempre a me questa maledetta sfortuna», ha sussurrato Ronie tra le lacrime mentre lo caricavano sull’ambulanza per portarlo mercoledì sera all’Ospedale Galeazzi.
Alle 21,45 era entrato in campo sostituendo Gilardino e dopo nemmeno due minuti, il patatrac, l’uscita in barella tra le lacrime e la corsa a sirene spiegate verso la dura sentenza: rottura del tendine rotuleo del ginocchio sinistro. «Perchè a me, perchè a me?» ha continuato a ripetere il Fenomeno in ambulanza e nemmeno quando al Galeazzi si è ritrovato vicino la fidanzata Maria Beatrix, i compagni Emerson e Seedorf, il medico sociale Massimiliano Sala, i dirigenti Leonardo e Giuseppe Sapienza, è riuscito a calmarsi. Aveva capito subito la gravità del fatto e subito ha chiesto a Leonardo di andare a Parigi per farsi operare nuovamente dal professor Saillant, lo stesso che otto anni fa gli aveva ricostruito il ginocchio destro dopo l’infortunio all’Olimpico contro la Lazio. «Leo, portami là, perchè voglio ritornare a giocare», le parole di Ronaldo all’amico Leonardo che, a mala pena, riusciva a trattenere le lacrime.
Intanto, alle 23,18 il sito rossonero dava la brutta notizia, precisando anche la diagnosi: «rottura del tendine rotuleo». Poco prima delle 23 Ronaldo era stato infatti sottoposto a una risonanza magnetica che aveva subito evidenziato il danno, gettando nello sconforto totale il professor Jean Pierre Meersseman, responsabile di MilanLab: «È stato toccato da dietro e ha sentito perdere il piede d’appoggio». Meersseman ha anche confermato che già nei giorni scorsi Ronaldo ha avvertito qualche problema allo stesso ginocchio: «Questo ginocchio gli dà fastidio da un anno e la settimana scorsa ha sentito qualcosa ma ciò non gli ha impedito di allenarsi e di giocare col Livorno». Gli ha fatto eco il primario di traumatologia Walter Pascale: «È un brutto affare davvero. Era stato ottimo l’intervento precedente e in questi otto anni le tecniche chirurgiche sono molto migliorate. Se le cose andranno come devono, riuscirà a riprendere». Una frase di speranza, forse per calmare Ronaldo che non riusciva a darsi pace e che alle 23,50 ha lasciato il Galeazzi per tornarsene a casa, con un tutore applicato sulla gamba sinistra, a bordo di un’auto grigia su cui c’erano anche la fidanzata e Leonardo. Accompagnato dagli applausi di una trentina di tifosi in attesa di sue notizie davanti all’ospedale.

E poi la notte, agitata, senza riuscire a prendere sonno, con le lacrime sempre pronte a saltar fuori. E il continuo guardare l’orologio, «Andiamo a Parigi, non perdiamo tempo», ripeteva a Maria Beatrix. In tanto buio, un barlume di speranza.

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