Inizialmente qualcuno avrà apposto sul gigantesco ed elegante albero di Natale allinterno della Stazione Termini un messaggio scritto su un foglio strappato in attesa della propria coincidenza affidandolo così alla sorte. Un desiderio, chissà, una speranza, un messaggio per Babbo Natale.
Fatto sta che lesempio è stato subito copiato e così, in uno snodo internazionale come Termini, da quando lalbero di Natale è stato allestito, alla fine di novembre, in breve tempo è stato interamente coperto nella fascia ad altezza duomo. Se Babbo Natale è passato, i messaggi non sono però diminuiti, anzi, sono triplicati, quintuplicati, forse indirizzati stavolta alla Befana. Insufficiente quellalbero, si è cominciato ad affiggere i biglietti sullaltro albero, uno dei due allesterno, ugualmente enorme e bello.
A fogli di carta, post-it, fazzoletti e perfino biglietti ferroviari usati, curiosi, passeggeri, viaggiatori, frequentatori della Stazione Termini hanno affidato sentimenti ed emozioni. Le lingue? Inglese, spagnolo, dialetto napoletano e siciliano, anche gli inestricabili e incomprensibili ideogrammi cinesi. Amori infranti o esauditi, critiche politiche, desideri confessabili e no, si sormontano appuntati sui rami: la Stazione si anima e diventa punto dincontro di culture differenti, centro aggregativo di gente di ogni razza e classe sociale. Non solo turisti di passaggio, ma anche di studenti e perfino famiglie romane con bambini venute appositamente per lasciare il proprio messaggio.
Inspiegabilmente, soltanto uno dei due alberi di Natale posti allingresso in stazione è stato scelto dai «comunicatori». Laltro, a pochi metri di distanza, è totalmente spoglio di pensierini.
«Studio psicologia a Roma e ho già appeso tantissimi bigliettini - spiega una ragazza impegnata a scegliere il ramo giusto sul quale affiggere il proprio messaggio -. Vorrei che il mio ragazzo senegalese trovasse lavoro, così gli verrebbe rinnovato il permesso di soggiorno». «È uniniziativa simpatica - commenta un uomo mentre passa la penna al proprio figlio - che permette di sapere che cosa tanta gente pensa o desidera. È bello questo mare di pensieri racchiusi nella stazione».
Abbondano, ovviamente, le classiche letterine natalizie. Gianna e Vale chiedono: «Babbo Natale, senti un po, esisti veramente? Tanto lo sappiamo che papà e mamma sono i tuoi aiutanti». Un ragazzo chiede disperatamente, in dialetto napoletano, di trovare al più presto lavoro, mentre un turista inglese lascia scritte solo tre parole: «Tolleranza, pace e amore». Cè spazio anche per la tristezza. Una poesia in inglese fa riflettere: «Natale è passato. Che cosa è cambiato? Io sono sempre lo stesso, la stessa persona sola e triste».
Un giovane omosessuale di 25 anni si rivolge alla Befana, visto che Babbo Natale non lha accontentato: «Ti prego, fammi trovare lamore. Ah, dimenticavo, sono gay... spero che non ti scandalizzerai». E il sogno di una vita: una grande foto dellattrice Angelina Jolie, accompagnata da una supplica «questanno mi sono comportato bene, ti prego, fammela conoscere». Un piccolo Diddle in versione Jessica Rabbit, invece, ha già adottato le nuove tecnologie e non si vergogna di suggerire: «Videopensami».
Chi passa non resiste, viene risucchiato come una magia dalla montagna di fogli: si avvicina, leggiucchia i messaggi, inevitabilmente estrae la penna e scrive una riflessione.
Ma cosa spinge la gente a questo gesto? «Penso sia nato tutto per caso», deduce una signora che lavora allinterno della stazione. «Si è sparsa la voce - confida un ragazzo con laria di chi svela un mistero mentre gira lentamente intorno al grande albero - che funziona davvero».
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