da Milano
Un manager parla con un ministro della Repubblica e dice: ha presente gli incentivi di rottamazione per lacquisto di auto nuove? Perché non istituire anche una rottamazione dei vestiti? Questo è quanto si devono esser detti Michele Tronconi, vicepresidente di Sistema moda Italia (Smi), e il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. Questultimo per ora pare non abbia preso posizione in merito, ma la proposta è seria: il settore nel primo trimestre del 2008 ha avuto un calo dello 0,5%. «Linverno caldo e la primavera piovosa - commenta Tronconi - non hanno incentivato gli acquisti». La proposta della rottamazione degli abiti, cui Il Sole 24 ore ha dato ampio risalto, è il quesito girato a Nicola Giorgi, general manager Hogan per il mondo, che ha commentato: «In una società dei consumi come la nostra, non è una cattiva idea fare un po di pulizia. Nella moda gli acquisti non sono più per necessità ma per usura psicologica. In pratica la gente si stanca e chiede qualcosa di nuovo. Liniziativa di Tronconi è importante purché sia associata a un riutilizzo degli oggetti usati. Devono essere riciclati o, se ancora buoni, donati ai più bisognosi. Non credo che funzioni con i nostri clienti che storicamente si affezionano ai prodotti e continuano ad utilizzarli nel tempo».
Tronconi propone anche la possibilità di dedurre dalle tasse le spese per i vestiti dei bambini secondo il meccanismo che è ora possibile per i farmaci. Un sistema che funziona nel modello americano dove questa spesa è già deducibile. Nei prossimi giorni Tronconi metterà a punto un documento con le proposte Smi e la stima dimpatto. Il mese scorso, ad esempio, il mercato dellauto ha subito nel Belpaese una flessione del 19,5% nonostante gli incentivi statali. Anche i consumi del settore alimentare segnano un -3,3% nel mese di maggio che, considerando linflazione interna, secondo il direttore generale di Federalimentare, Daniele Rossi, scendono del 5,5%.
Lultima trovata: rottamare gli abiti
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