L’ultimatum di Maroni «Terzo polo? Non si tratta La nostra priorità è l’ok al federalismo»

«Un tavolo con il Terzo polo? No, meglio le elezioni». Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, intervenendo a Porta a Porta, boccia l’ipotesi avanzata dal premier durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. «Un tavolo si apre per verificare se ci sono le condizioni di un accordo e per farlo occorre che si apra una trattativa - spiega il numero uno del Viminale - ma Berlusconi ha escluso accordi con Fini e con i finiani, che fanno parte del Terzo polo: dunque, in tal senso, c’è una contraddizione o almeno una approssimazione. Ma io so che Berlusconi ha le idee chiare; queste del “tavolo” sono cose che si dicono solo per vedere se ci sono le condizioni».
L’esponente leghista ha poi ricordato che «nel 2008, siamo stati eletti sulla base di un programma elettorale: la Lega può accettare che una misura prevista in quel programma sia votata dalla vecchia maggioranza meno un pezzo più un pezzo dell’opposizione. Ma non può accettare di modificare il programma elettorale per avere voti dall’opposizione in cambio dell’approvazione di leggi che non erano inserite nel programma elettorale».

Fare un accordo con un partito che ha perso le elezioni e che ha votato contro il federalismo poi non è cosa semplice, aggiunge il ministro che ora intende capire entro gennaio «se il governo ha una maggioranza forte e stabile». «Voglio sapere - ha concluso - se con una maggioranza forte posso fare bene il ministro dell’Interno, altrimenti sono meglio le elezioni».

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