L’ultimo regalo di Eluana, il racconto delle vostre storie

(...) forti e ricche le vostre testimonianze, che le fa ancor più degne di essere pubblicate, che le arricchisce di nuovi colori dialettici e di ulteriori sfumature verbali.
Ed è il fatto che tante di quelle testimonianze sono storie private, racconti personali, confessioni della propria vita. A volte dei momenti più difficili e delicati della propria vita. Penso, ad esempio, a Mimmo Raso, un gentilissimo lettore di Arquata Scrivia che più volte ci ha regalato la condivisione del suo amore per sua moglie in condizioni in qualche modo analoghe a quella di Eluana. O il commovente e bellissimo ricordo del suo dolore familiare da parte della nostra Stefania Antonetti, che ci ha regalato il privilegio di condividerlo con noi. O anche la testimonianza di una durissima vicenda personale di Celso Vallarino, che pure ha portato una testimonianza controcorrente rispetto a tante altre sul caso Eluana.
Ma qui sta il punto. In tanti avete ritenuto di condividere le vostre storie personali con un giornale, con il Giornale. E questo credo che sia quanto di più straordinario possa accadere, che sia la fotografia di quello che è, ogni giorno di più, questo quotidiano. Non un semplice pezzo di carta buono a incartarci le uova, nel migliore dei casi, già il giorno dopo. Ma un’altra cosa, tutt’altra cosa.


Perchè le storie personali, le confidenze, le condivisioni - soprattutto le più intime, soprattutto se firmate con nome e cognome - si fanno ad amici, a persone di cui ci si fida, a gente con cui si pensa di avere qualcosa da mettere in comune. Non agli estranei, non agli indifferenti, non ai mercanti di parole, soprattutto se non credibilissimi.
Ecco, non siamo estranei.
E grazie a voi che non ci fate mai sentire estranei.

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