Michele Perla
Gli restano pochi mesi di vita, ma il suo sogno, quello di tornare a casa in Senegal dalla moglie e i due figli per poter morire nella sua terra e fra le braccia dei suoi cari, difficilmente potrà realizzarsi. Preferisce concludere i suoi giorni in una patria straniera, piuttosto che andar via, lasciandosi alle spalle debiti passati.
Una storia di dignità, onestà e coraggio, quella di un operaio senegalese di 35 anni, ricoverato allospedale di Legnano, cui i sanitari hanno diagnosticato un tumore. Amin era stato costretto a lasciare il Senegal durante la guerra, approdando in Italia per poter mantenere la famiglia. Anni duri vissuti tra lavori onesti e un sogno ricorrente. Quello che finalmente si trasforma in unassunzione e in un permesso di soggiorno, per poter riunire un giorno a Legnano moglie e figli.
Qualche mese fa inizia a star male, poi finisce in ospedale e i medici scoprono che un cancro lo sta uccidendo. Brandelli di tempo che avrebbe il diritto di condividere con i suoi cari, ma rinuncia. Non se la sente di lasciare lItalia senza saldare un debito di 2mila euro con persone che lo avevano aiutato e poi non ha i mille euro per tornare in Senegal.
La vicenda umana di Amin ha commosso il personale dellospedale: «Poveretto dicono gli infermieri ha bisogno di quei soldi soltanto per poter morire in pace».
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