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L’ultimo uomo cannone: "Troppi rischi mi ritiro"

Il russo "Astronov" si fa sparare a 70 chilometri all’ora: è l’erede di un’antica (e pericolosa) tradizione circense. Che dopo di lui non avrà altri interpreti in Europa

L’ultimo uomo cannone: "Troppi rischi mi ritiro"

«Il magnifico Astronov vola ancora». L’imbonitore si prepara ad annunciarlo per l’ultima volta. L’ultimo conto alla rovescia, poi nessuno più spalancherà la bocca e applaudirà sentendo il tonfo sordo del cannone ad aria compressa. «Sono molto preoccupato per la mia salute, non me la sento più di rischiare», ha annunciato Andrej Anichkin, parlando in inglese ma arrotando la «r» nel suo accento di Krasnodarsk, Russia meridionale. In pochi giorni la notizia ha fatto il giro di tutto l’ambiente circense, perché Astronov è l’ultimo uomo cannone d’Europa, l’ultimo pazzo che si fa sparare in aria a 70 chilometri all’ora da un lungo tubo d’aria compressa, volando a decine di metri di distanza.

L’atterraggio «Il segreto è tutto nella posizione durante il volto -spiega- bisogna stare rigidi in partenza per sopportare il contraccolpo che potrebbe spezzarti la schiena, Ma il momento più pericoloso è l’atterraggio. Io non ho mai subito incidenti, ma sono preoccupato per la mia salute: preferisco andarmene ora che sono sano». Preoccupazione comprensibile? Probabilmente sì, visto che questa specialità ormai quasi scomparsa ha mietuto 20 vittime. Ma c’è anche da considerare che sono spalmate in una storia lunga 140 anni. Statistiche alla mano insomma, è più pericoloso percorrere la tangenziale di Milano. E di certo meno romantico. La nobile arte dell’uomo cannone è stata inventata nel 1877 da George Farini del Circo Barnum. Che però non si è lanciato lui, ha mandato avanti una ragazzina di 14 anni, l’acrobata Zazel, che poi fece una brutta fine.

I Zacchini Non mancano i lutti nemmeno tra i più famosi cultori di questa specialità circense, The Zacchini’s. Un’intera famiglia di uomini cannone che sperimentò ogni genere di rischiosissima variante: furono i primi a farsi sparare in due da un solo cannone e da due cannoni posti uno di fronte all’altro (anche qui non mancò il prevedibile incidente, una devastante e letale collisione a mezz’aria). Eppure resta uno dei numeri più amati. Ancora oggi, cercando su Internet, si trova traccia di una comunità di cultori che raccoglie testimonianze e manifesti d’epoca. Maniaci irriducibili? Sarà. Ma sono stati costretti a mettere un annuncio sul sito per rispondere alle richieste: «Non costruiamo cannoni da circo, ma ne mettiamo a disposizione uno piccolo per esercitarsi». 

Effetti speciali Forse il segreto del declino delle acrobazie circensi è proprio questo: saturi di effetti speciali non ci basta più guardare gli altri rischiare la pelle, il brivido vogliamo provarlo in prima persona. E magari il futuro della specialità è in numero partecipativo: a essere sparati saranno gli spettatori. Ma Astronov quel futuro non vuole aspettarlo. Lui che aveva iniziato come dipendente pubblico, quando il «Moscow Circus» era proprietà dello Stato sovietico, nell’era del rischio privato preferisce dare forfait. All’offerta di diventare uomo cannone del resto aveva detto sì all’indomani di una delusione amorosa: era stato mollato da una fidanzata. Si vede che oggi per continuare a rischiare ci vogliono motivazioni più solide. Per David Smith, che invece è l’alfiere americano degli uomini cannone, la molla è la tradizione: «Faceva questo mestiere anche mio padre. Io mi sono fatto lanciare 5.000 volte. E continuerò.

Almeno finché non trovo un allievo».  



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