Roma

L’umorismo? Una fiaba sulle punte

Si tratta di una libera interpretazione del celebre racconto di Charles Perrault

Lidia Scognamiglio

Una fiaba danzata sulle note di Bach. Un balletto accompagnato da gesti, parole e immagini. A questa affascinante sintesi di linguaggi artistici è dedicato «Barba Blu», il quinto appuntamento della rassegna «Invito alla danza 2005», diretta da Marina Michetti. Domani sul palco dell’Accademia tedesca di Villa Massimo si esibirà, in una prima europea, la compagnia canadese Cas Public, fondata da Hélène Blackburn nel 1989.
Coreografa e ballerina di solida formazione sia classica sia moderna, Hélène Blackburn, ha dato vita negli ultimi anni a un originale, quanto sovversivo, linguaggio coreutico. L’artista destruttura la tecnica classica filtrandola attraverso i molteplici generi della danza contemporanea. Come in un gioco la coreografa si diverte a intrecciare i diversi codici teatrali, trasgredendo gli stili in un audace valorizzazione del corpo. E al corpo associa il potere evocativo della parola. Nascono così dialoghi divertenti e umoristici, intervallati da virtuosismi stilistici e commentati da video estremamente creativi.
Grazie alla particolare impronta teatrale della sua danza, Blackburn si impone immediatamente tra le figure di spicco della nuova generazione di coreografi. Dopo il successo ottenuto con «Cathédrale» al Festival di Montreal Cas Public si afferma come compagnia internazionale esibendosi in Canada, negli Stati Uniti e in Europa.
«Barba blu» è una libera interpretazione dell’omonima favola di Charles Perrault, inclusa nel libro «I racconti di Mamma Oca», opera con la quale il celebre scrittore francese inaugurò il genere letterario della fiaba. Nello spettacolo, composto da una sequenza di tableaux per sei ballerini e un violinista, si alternano temi come la passione e la violenza, l’amore e la crudeltà. Nonostante «Barba Blu» sia considerato uno dei racconti di Perrault meno adatto ai bambini, per le immagini troppo cruente, l’atmosfera creata dalla coreografia di Cas Public è, invece, estremamente leggera.

La stessa Blackburn confessa con ironia che «tutti abbiamo un angelo custode e un piccolo Barbablù nascosti dentro di noi e dobbiamo accettare che non siamo completamente buoni, né completamente cattivi».

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