«L’unica cosa che manca è la firma ma qualche presidente frena...»

Avvocato Leo Grosso, come finirà questa nuova minaccia di sciopero?
«E’ una bella scommessa – risponde il legale di Vicenza, vicepresidente dell’Aic -, occorre che la Lega firmi questo accordo collettivo, stipulato in presenza dei legali della federazione. Speriamo non si verifichino ulteriori rinvii, la situazione è incresciosa, senza senso».
Il presidente della Lega Maurizio Beretta sostiene che, dietro una minaccia, non lo sottoscriverà mai.
«E’ un grande comunicatore, sposta l’attenzione su una questione di metodo, volendo riaprire altri fronti. Non vedo cosa ci sia da discutere, non se ne parla neppure: va firmato quel testo, le trattative sono terminate».
Fra i 38 giocatori che hanno lanciato l’appello, qualcuno era su posizioni più moderate?
«No, c’è stata l’unanimità e molto convinta. Da tre campagne trasferimenti aspettiamo questo accordo, i ragazzi non ne possono più, è significativo che ci abbiano messo la faccia. Non è accettabile che si continui a procrastinare».
Il nuovo sindacato, di Buffon e Doni, è sulle stesse posizioni?
«Ha qualche decina di aderenti, rappresenta una minoranza, ma non la pensa diversamente».
Beretta parla di insensibilità, “in giornate delicate vissute dal sistema paese”.
«Anche questo rientra nella sua abilità, la situazione era delicata anche 3, 6 o 12 mesi fa. Lasciamo stare, non parliamo di diktat.

Evidentemente qualche presidente non vuole firmare, serve senso di responsabilità, i calciatori avevano già revocato lo sciopero, mo’ basta. E poi i problemi del calcio sono altri».
Quali?
«Lo spazio da riservare ai giovani, gli stadi vecchi. Il contratto è una questione tecnica, neppure economica. La lega fa speculazione spicciola».

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