«L’Unione ha fatto un errore ad astenersi»

Il capogruppo dei Verdi, Monguzzi: «Sarebbe stato meglio dare un segnale politico votando tutti sì compatti. Invece è prevalsa la paura»

(...) Domani Roberto Formigoni, sarà a Roma per l’incontro con il governo sul federalismo fiscale, forte di un testo uscito dal consiglio regionale con soli tre voti contrari. «Ulteriori ritardi o tentennamenti sarebbero del tutto incomprensibili e denoterebbero un attacco contro la Lombardia ingiustificato e inaccettabile» alza il tiro il governatore.
Il presidente della Regione rivendica il risultato: «La Lombardia dà un altro colpo di acceleratore verso il federalismo. Dopo esser stati i primi ad avviare l’attribuzione di nuove competenze con il 116, siamo i primi a indicare la strada del federalismo fiscale. Se ne parlava da quindici anni, finalmente un atto concreto». Soddisfazione nella Lega. «L’attuazione del federalismo fiscale, è urgentissima per lo sviluppo civile ed economico del Paese» commenta il presidente del Consiglio regionale, Ettore A. Albertoni, che parla di «grave discriminazione e ingiustizia costituzionale operata sinora a danno dei nove milioni e mezzo di lombardi». Dà i numeri: la tassazione pro capite è di circa 7.000 euro l’anno, mentre il rientro in termini di trasferimenti in servizi dello Stato è poco più di mille euro.
Formigoni respinge le critiche al progetto arrivate dall’opposizione («non è una fuga in avanti ma una proposta che risponde alle esigenze dei cittadini») ed è sorpreso dall’astensione dell’Unione: «Hanno voluto tenersi mezzo passo indietro e non ci hanno appoggiato. Non sarà facile neanche per loro spiegarlo all’elettorato. Il federalismo fiscale ormai è una richiesta diffusa anche tra chi vota centrosinistra». Non a caso l’Unione si è spaccata e anche l’astensione di Ds, Margherita e verdi è stata decisa tra mille polemiche. L’opposizione ha chiesto fino all’ultimo di eliminare il riferimento all’80 per cento dell’Iva ritenuto «propagandistico» ma sul punto la maggioranza non si è smossa e lo stesso Formigoni (assente dall’aula per motivi personali) l’ha poi definita «una proposta organica e equilibrata».
Il capogruppo della Quercia, Giuseppe Benigni, spiega le contraddizioni: «La proposta non ci convince ma non possiamo votare contro. La Lombardia vuole mandare un segnale: ritiene che il tempo sia scaduto e dunque devono essere avviata e le procedure che portano all’attuazione del federalismo fiscale. Ci asteniamo per non dare l’impressione di una Lombardia spaccata».
In realtà un documento comune è stato sottoscritto, perché la maggioranza ha votato l’ordine del giorno presentato dall’Unione in cui si impegna il presidente della Regione e la giunta a usare come testo base per la trattativa con il governo l’intesa interistituzionale sottoscritta nel 2005 da Regione, Comuni, Provincie e Comunità montane lombarde.

È la stessa intesa a cui fa riferimento l’assessore al Bilancio, Romano Colozzi, che però è rimasto deluso dalla scelta dell’astensione: «Se l’opposizione non vota il testo presentato qui vorrà dire che non lo voterà nemmeno a Roma la maggioranza di governo. A Roma il federalismo è un treno fermo, che non va aventi se non spingiamo noi in Lombardia».

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