da Roma
Prima LAquila e ora Padova. Città dove è ancora vivo il ricordo del terrorismo degli anni 70, quando si aveva paura di camminare per la città perché cera il rischio di essere picchiati semplicemente perché «ben vestiti» o perché non si «indossava leskimo». Con la manifestazione di ieri pomeriggio del centro sociale Gramigna questo ricordo è sicuramente diventato ancor più nitido, riportando negli occhi, non solo dei padovani, i frame di un film già visto. Con un interrogativo nuovo però: dovera il ministro Amato?
Una manifestazione, quella di Padova, organizzata, come si legge sul sito ufficiale del Gramigna, «per portare solidarietà ai 14 compagni arrestati lo scorso 12 febbraio». Peccato però che gli arrestati in questione siano presunti appartenenti alle Brigate Rosse. Se allinterno della maggioranza non ci si è minimamente scomposti o sorpresi che ci potesse essere una manifestazione del genere, lopposizione invece punta il dito su un atto davvero «intollerabile». «Qui non si tratta semplicemente di scendere in piazza per manifestare il proprio pensiero, cosa comprensibile e accettabile - spiega il senatore padovano di Forza Italia, Niccolò Ghedini -. Qui cè uno slogan diverso: manifestare a favore delle Br. E questo non è ammissibile». Una città, Padova e una regione, il Veneto «in cui la gente soffre ancora nel ricordo delle vicende degli anni 70, anni davvero difficili. Io stesso - confida lesponente azzurro - ho subito alletà di 14 anni un esproprio proletario. Stavo andando al cinema con alcuni amici, quando fummo avvicinati da alcuni giovani delle autonomie. Mi portarono via violentemente gli occhiali e il casco del motorino. A me andò bene, ma cerano casi in cui venivi picchiato semplicemente perché passavi da strade in cui cerano loro e quindi non si poteva passare...».
Se dalle file della sinistra (estrema e no) ci si affretta a puntualizzare, quasi rassicurando, che non siamo più nella situazione e nel clima degli anni 70, dal fronte opposizione il pensiero comune invece è che «esattamente in virtù di un atteggiamento di tolleranza anche nei confronti delle posizioni più estreme» che il nuovo terrorismo ha trovato il suo brodo di coltura. «Lestrema sinistra alleva terroristi e va contrastata senza incertezze» accusa il deputato di An Maurizio Gasparri. «Basta con la propaganda della violenza e del terrorismo che Prodi incoraggia non impedendo eventi come quelli di Padova». Ed è da questo «silenzio assenso» del governo che parte la principale critica dellopposizione. «Il ministro Amato era stato sensibilizzato in Parlamento sul grave fatto che il centro sociale Gramigna effettuasse una manifestazione del genere», ricorda laennino Filippo Ascierto. «Ma non ha preso la decisione che uno Stato democratico e forte avrebbe dovuto assumere: il divieto, per evidenti ragioni di ordine pubblico». Di fronte a tali vicende «non sappiamo se essere più sdegnati o stupiti» commenta il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti.
È ovvio, dicono dallopposizione, che esiste un fil rouge tra le recenti manifestazioni in piazza dei centri sociali, la vicenda De Gennaro e lattuale gestione delle Forze dellordine. Vale a dire la stretta morsa dei ricatti con cui la sinistra radicale tiene la maggioranza. «Le polemiche su De Gennaro indeboliscono la sicurezza e il prestigio di tutte la Forze di polizia», rimarca lUdc Luca Volontè. Tantè che il ministro degli Interni «ha chiuso gli occhi» davanti al corteo di Padova «che ha avuto lunico scopo di esaltare ed emulare gli omicidi comunisti».
E il vice-coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto aggiunge: «A LAquila come a Padova si è trattato di manifestazioni fondate sullistigazione al reato», quindi non andavano autorizzate. «Non vorremmo che la presenza delle frange estreme della sinistra radicale nel centrosinistra arrivasse a condizionare la politica dellordine pubblico».
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