Roma - Poltrona a rischio per Concita De Gregorio. Per la direzione dell’Unità la segreteria del Partito democratico starebbe pensando a un avvicendamento. La riconferma della «girotondologa» per eccellenza non è un argomento fuori discussione. I risultati non sono stati molto brillanti sia in termini di vendite che di lettura. Secondo i dati diffusi da Ads a gennaio, la diffusione del quotidiano dell’ex-Pci si è fermata a quota 43.900 copie medie al giorno con un calo del 17,3% rispetto allo stesso mese del 2010. Analogamente le rilevazioni Audipress mostrano una readership in flessione a 317mila lettori medi al giorno (-12,7% annuo).
Ma quando si parla di un giornale «politico» i risultati contano relativamente. La performance poco lusinghiera è, in realtà, un’ottima giustificazione per un avvicendamento che la segreteria di largo del Nazareno auspica da tempo. Non è un mistero che la De Gregorio sia poco omogenea al progetto «bersaniano», essendo stata insediata in quel ruolo per cooptazione di Walter Veltroni che in un’intervista vagheggiò una direzione femminile per il quotidiano fondato da Gramsci.
Il problema centrale è proprio questo. La direzione della De Gregorio, ancorché fortemente antiberlusconiana come è nel dna di tutti i fogli legati al centrosinistra, è stata poco «allineata» al credo bersaniano. Non è un caso se le intemerate finiane hanno spesso trovato più spazio rispetto alle blande iniziative del segretario del Pd. Un atteggiamento mal digerito dall’ex ministro dello Sviluppo che pensa al proprio «biografo» come successore della pasionaria Concita.
In pole position per la direzione, infatti, figura il notista politico del Messaggero, Claudio Sardo, autore assieme allo storico Miguel Gotor del libro-intervista a Bersani Per una buona ragione. A meno di sorprese, però, potrebbe essere necessario un po’ di tempo per formalizzare l’avvicendamento e, in questi casi, il tempo gioca tutto a vantaggio dell’uscente e di qualche outsider che sicuramente non manca nella congerie di giornalisti «vicini».
Chi verrà dopo Concita dovrà farsi carico di una situazione difficile. Non solo per i risultati economici ma anche per la vicenda che vede un pool di banche, tra le quali Intesa e Unicredit, rivendicare 176 milioni di crediti dalla ex casa madre, cioè i «disciolti» Ds, minacciando il pignoramento dei rimborsi elettorali. Crediti generati dalla vecchia Unità quella pubblicata dal «partito». Oggi, invece, l’editore è Renato Soru che cerca di far quadrare i conti anche grazie agli oltre 6 milioni annui di contributi all’editoria.
Rimettere tutti i tasselli al proprio posto non sarà facile per
Bersani che, come tutti i suoi predecessori, non ha resistito alla tentazione di eternarsi attraverso il quotidiano dalla striscia rossa. Come già hanno fatto D’Alema e Veltroni, al timone del giornale prima che del partito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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