Cronache

L’universo femminile alla maniera di Mozart

Grande successo di «Così fan tutte», opera supportata da un ottimo cast

L’universo femminile alla maniera di Mozart

Ancora una volta la fede delle femmine ha dato prova di sé… così anche in questo «Così fan tutte» Fiordiligi e Dorabella non ce l'hanno proprio fatta a resistere: sul palco del Carlo Felice, lo scorso sabato sera, le abbiamo viste cedere inesorabilmente ai corteggiamenti degli affascinanti seduttori stranieri. E l'araba fenice continua ad essere introvabile.
Da Ponte le conosceva bene, le donne… che ne avesse pure un certo timore reverenziale? D'altra parte, al centro di tutto troneggiano sempre loro, non certo disprezzate, siano esse abili incantatrici di fidanzati e mariti «scimuniti» siano invece passive fonti di turbamento sensuale per maschi incontenibili.
E poi «tutti accusan le donne e io le scuso…» dice il saggio Don Alfonso, - alter ego dell'arguto librettista - tanto più che le interpreti di questa serata mozartiana hanno fatto ben mostra di sé e qualche lode la meritano, parlando adesso di abilità canora. Annalisa Raspagliosi, ottima «granitica» Fiordiligi, tecnica robusta e grande espressività, Nino Surgulazde, già applaudita Dorabella nella precedente produzione, precisa e seducente; una spigliata Daniela Mazzucato nei panni della furba e civettuola Despina, divertente dottore ed arguto notaio.
E passiamo agli uomini, turchi o vallacchi, in divisa militare o in panni albanesi, entrambi hanno dato vita a figure dotate di bella personalità: Daniil Shtoda, languido Ferrando, molto espressivo e raffinato, Nicola Ulivieri, persuasivo Guglielmo, dalla voce calda e sonora, spigliato e alfin cinico e disilluso amante. Chiude infine la vivace carrellata Alfonso Antoniozzi - val proprio la pena di dire un nome una garanzia - ammirevole Don Alfonso, grande presenza scenica e intelligente interpretazione per il vero protagonista, osservatore e manovratore di tutto il bailamme, il filosofo esperto della vita e dell'eterno femminino; il suo pensiero è il filo rosso che percorre tutta l'opera, che è mirabile capolavoro di equilibrio formale, ma non solo per i suoi contenuti, anzi anche grazie ad uno spartito inebriante e ad un discorso teatrale perfetto, non c'è nulla di troppo e non manca davvero nulla.
Ma torniamo a noi. Bella Napoli, davvero, luminosa e affascinante, ambientazione idonea per incontri d'amore clandestini e non, organizzati con indovinato umorismo da una regia dinamica e coinvolgente. Sottofondo musicale di tutto rispetto, naturalmente, proposto dalla bacchetta precisa e particolarmente veloce di Cristopher Franklin, che ha reso un buon servigio a Mozart grazie anche all'orchestra, fine strumento che ha regalato attimi di intensa e sensibile musicalità.

Caldo l'entusiasmo del pubblico rivolto a questo intramontabile capolavoro, convinto forse l'appoggio a Don Alfonso… è proprio vero, «in ogni cosa ci vuol filosofia».
Ma le donne fanno davvero tutte così???

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