L’Unrae: in Italia «chilometri zero» ai minimi termini

Le vendite di vetture nuove già immatricolate sono meno del 3%. Mercato: marzo positivo, aprile no

L’Unrae: in Italia «chilometri zero» ai minimi termini

Pierluigi Bonora

da Milano

Il mercato italiano dell’auto è tornato sano: le vendite di vetture a «chilometri zero», secondo gli ultimi dati dell’Unrae (Unione italiana degli importatori), non superano il 3% delle consegne complessive. Quello delle «chilometri zero» ha rappresentato negli scorsi anni un vero fenomeno arrivando a valere fino al 10% delle immatricolazioni finali, cioè circa 220mila unità. Si tratta di modelli nuovi che il concessionario, una volta immatricolati a se stesso allo scopo di raggiungere gli obiettivi fissati con la casa madre, vende con sconti considerevoli. Un’opportunità che gli italiani hanno colto immediatamente determinando un’impennata del mercato di queste vetture, offerte come usate ma in realtà nuove.
«Nel primo bimestre del 2006 - spiega il segretario generale dell’Unrae, Gianni Filipponi - le immatricolazioni a privati sono state il 76,1%, mentre i veicoli acquistati dalle società di noleggio hanno rappresentato l’11,1% del dato complessivo, in lieve calo rispetto al 2005». A favorire le vendite, oltre alla varietà di modelli e alle promozioni in corso, sono soprattutto i tassi agevolati proposti dalle società di finanziamento. Il 60% delle auto nuove è infatti acquistato a rate. L’Unrae, che si aspetta per la fine dell’anno 2,25 milioni di immatricolazioni, leggermente al di sopra dei 2,23 milioni del 2005, non esclude che il conto finale possa raggiungere quota 2,3 milioni «visto il buon andamento dei contratti», osserva Filipponi. A trainare le vendite sono la ripresa del gruppo Fiat e la forte richiesta nel segmento delle city-car, cresciuto dal 12,3 al 14,5%, sul quale cominciano a pesare i volumi delle tre «gemelle» prodotte da Toyota e Peugeot-Citroën. Tiene anche la richiesta di motorizzazioni diesel, intorno al 57% del mercato nonostante i rialzi dei prezzi alla pompa.


Anche marzo, intanto, dovrebbe concludersi con il segno «più» mentre qualche problema, secondo l’Unrae, potrebbe verificarsi in aprile. Per le numerose festività il dato finale potrebbe essere negativo. Sarebbe il primo segno meno dopo tre mesi consecutivi di crescita.

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