L’UOMO DEI SOGNI Se il thriller diventa realtà

Al San Babila il testo del siciliano Forti: una commedia di sentimenti

Viviana Persiani

Un thriller psicologico che scandaglia i sentimenti e il legame intenso tra psiche e cuore. L'uomo dei sogni, da stasera in scena al teatro San Babila, scritto da Claudio Forti, si avvale dell’interpretazione di Giancarlo Zanetti e Laura Lattuada.
Sono loro i protagonisti di questa intrigante vicenda, ambientata in una Vienna anni ’40, che presenta risvolti sorprendenti e inattesi. Zanetti, per la precisione, ricopre il triplice ruolo di produttore, regista e attore e, ci tiene a sottolineare, «lo faccio con amore, portando avanti il discorso sulla drammaturgia moderna. Questo testo, infatti, scritto dal siciliano Forti, è un omaggio anche alla produzione italiana, in controtendenza con la propensione esterofila e provinciale degli addetti ai lavori».
Attraverso la parola, il testo sviluppa l’importante tema della violenza-vendetta privata. Un noto psichiatra, studioso di una teoria sull’origine dei sogni, incontra uno strano individuo che gli garantisce, a sostegno della sua tesi, importanti rivelazioni. Dal passato, però, emergono strane e non casuali coincidenze che dipanano il filo della memoria. «Si tratta di un testo - spiega Zanetti - che fa discutere, dove vi è una escalation di suspence, e che consente al pubblico di capire il senso della parola».
«Collaboro con Zanetti dal ’99 - rivela l’autore Claudio Forti - e sono contento che gli attori che interpretano i miei personaggi riescano a impreziosirli, dando loro una tridimensionalità. Non si tratta di una commedia brillante, facile, immediata, soprattutto perché ho scelto una lingua non comune. In ogni caso, sono convinto che questo testo rispetti in pieno la funzione che il teatro dovrebbe avere: quella, cioè, di far crescere, offrendo una occasione di discussione e arricchimento».
Senza restare incastonati in una costruzione linguistica ferrea, gli attori, calati piacevolmente negli Anni Quaranta, si esprimono attraverso un linguaggio ricercato, di stile, ben lontano da quella trivialità che caratterizza l’attualità. Un accento particolare va messo sulla scenografia dello spettacolo, firmata da Nicola Rubertelli.
A fianco di Zanetti e della Lattuada recitano anche Elisa Rampon, Valerio Moretti e quel Federico Pacifici che anni fa lasciò l’Italia per intraprendere la carriera artistica in America. «Pur conoscendo Zanetti da molti anni, è la prima volta che lavoriamo assieme - sottolinea Pacifici-. Io sono solito lavorare con testi classici e questa è la mia seconda esperienza con la drammaturgia moderna».
Tocca a Zanetti lanciare un grido d’amore verso il palcoscenico teatrale: «Io, come pochi altri attori, ho preferito la scena, rifiutandomi di sposare categoricamente una certa cultura demenziale televisiva.

Viva il teatro, se il teatro porta ancora una emozione». Parole condivise da Mario Maramotti, direttore artistico della sala: «Il nostro impegno è quello di proporre spettacoli di qualità artistica e che possano soddisfare le esigenze del nostro pubblico affezionato».

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