L’uscita dell’Udc porterebbe nuovi elettori

Concordo con il lettore Roberto Deva. Cercare l’accordo con la Udc a tutti i costi porterebbe a perdere voti, non a guadagnarne per il governo guidato da Berlusconi. Pensar male è peccato, ma spesso ci si prende. Le giravolte e le contorsioni dei funanboli professionali della politica, categoria di cui Casini e Follini sono pietre angolari dell’edificio, hanno come unico scopo eliminare l’anomalia di un uomo che, sarò un ingenuo incorreggibile, è entrato in politica avendo un sogno in testa: portare l’Italia nel novero delle democrazie occidentali ove un governo liberamente eletto deve lavorare per i cittadini, non per le lobbies politiche o per il potere partitico. Partendo dal presupposto che, se dovesse vincere il centrosinistra, comunque quanto fatto da questo governo verrebbe rapidamente cancellato, basta leggere quanto ha detto Prodi alla festa dell’Udeur e, ancora di più, quanto non dice circa il programma da proporre agli italiani, io sono con coloro che accettano di correre il rischio: Berlusconi ha detto chiaramente che chi non vuole regole chiare può andarsene.

Voterei comunque per il rinnovo di questo governo, anche se tornerei all’antica pratica di farlo turandomi il naso perché torno a sentire l’olezzo della balena bianca, ma lo voterei molto più volentieri se l’Udc decidesse di andarsene sbattendo la porta, e sono convinto che la maggior parte dei tanti delusi e disertori delle urne di questi 5 anni, durante i quali abbiamo visto più bastoni fra le ruote che spinte per il carro governativo, sarebbero ben lieti di confermare la fiducia a un uomo e a forze che hanno mantenuto la coerenza alle promesse fatte.

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