«La7 raddoppia gli ascolti Ormai ci chiamano Rai4»

Laura Rio

da Milano

Ormai la chiamano Rai4. Con quello stile sobrio, ironico, un poco saputello, si compiace di essere una televisione piccola, ma che piace. Di fronte ai giganti Rai e Mediaset, se ne sta lì a rosicchiare qualche punto percentuale d’ascolto. Così in tre anni, La7, Tv di Telecom Italia, ha raddoppiato lo share, passando dall’uno e mezzo al tre per cento di share. E forte di questi risultati, il suo direttore Antonio Campo Dall’Orto ieri mattina ha presentato il nuovo palinsesto autunnale. Squadra che vince non cambia, e così da ottobre si rivedranno tutti i programmi che fanno da pilastro della rete e i suoi volti simbolo (che nonostante le varie sirene non hanno cambiato canale): Markette di Piero Chiambretti, L’Infedele di Gad Lerner, Otto e mezzo di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni, Le invasioni barbariche di Daria Bignardi, Crozza Italia, Omnibus. Ma ci saranno anche novità.
Prima di annunciarle, però, Dell’Orto si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe. Uno sull’Auditel. «Lo share del 3% è un dato di grande crescita, ma ci sottorappresenta. Non vogliamo pensare che il sistema di rilevazione degli ascolti sia “inquinato”, ma penso che l’intervento dell’Agcom che chiede una ridefinizione delle modalità a noi possa giovare». L’altro sassolino riguarda le due maggiori competitor. «La 7 - ha spiegato - si muove in un contesto dove le tv generaliste perdono terreno: Rai e Mediaset sono in evidente crisi culturale e soffrono la concorrenza di Sky. Per questo La7 riesce a rosicchiare terreno. Perché la nostra rete non fa “rumore”, non fa da sottofondo della vita casalinga come succede per molti programmi delle grandi Tv, ma viene scelta». E allora perché non riesce a fare quel salto che la potrebbe portare a uscire dalla nicchia? «Perché in questo sistema, in cui, nonostante quello che dice Pier Silvio Berlusconi sulla fine del duopolio, Rai e Mediaset si spartiscono la torta pubblicitaria, non è possibile crescere molto. Gli investimenti diventerebbero insostenibili e non porterebbero ai risultati sperati. Intanto noi ci muoviamo in tutte le direzioni e offriamo i nostri contenuti ai gestori delle nuove tecnologie: all’Iptv (la tv via Internet) e ai telefonini». E le voci di vendita? «Notizie infondate, il gruppo Telecom ha confermato che i media restano un ramo strategico. Nessuna riduzione del personale e nessun trasferimento a Milano».
I settori su cui si concentrerà l’attenzione a settembre saranno lo sport e l’informazione, entrambi da poco passati sotto una diversa guida. Dopo l’uscita di scena di Aldo Biscardi coinvolto in Calciopoli e del suo storico Processo, il settore sportivo va verso una rifondazione sotto la direzione di Darwin Pastorin: accanto al calcio (al lunedì ci sarà il talk sul campionato con titolo da decidere), l’offerta sarà arricchita dalle esclusive sulla America’s Cup di Vela e il Torneo 6 nazioni di Rugby. L’informazione da poco guidata da Antonello Piroso vedrà un TgLa7 rinnovato e il ritorno di Niente di personale.

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