Arrivare preparati alle prossime elezioni regionali, comprendendo a fondo quali possano essere le esigenze dei cittadini e i loro problemi più urgenti, evitando così di ripetere gli errori commessi dall'attuale maggioranza. Nasce con obiettivi ben definiti lassociazione Lazio 2010, un tavolo di confronto aperto a quanti ne vogliano condividere le aspirazioni, in primo luogo gli esponenti politici della regione che si riconoscono nel Manifesto di Subiaco, la nuova «costituente di centro» a cui ha aderito in primis Mario Baccini. Proprio il vicepresidente del Senato ha delineato i contorni di questa ambiziosa iniziativa nel corso di un convegno tenutosi ieri nella sala degli Atti parlamentari di palazzo della Minerva a Roma. «Non serve a niente - ha spiegato Baccini - limitarsi a mettere in evidenza i difetti altrui se poi non si provvede a costruire un progetto alternativo di governo». Lazio 2010, perciò, sarà un vero e proprio «laboratorio di classe dirigente» che, mettendo da parte le semplici propagande di parte, «eviterà - ha aggiunto il senatore dellUdc - che la Regione finisca fuori controllo».
Un rischio neanche troppo remoto, a detta di Fabio Desideri, capogruppo alla Pisana della Dc per le autonomie. Nel corso del suo intervento, infatti, Desideri ha voluto analizzare nel dettaglio le diverse voci della Finanziaria regionale 2008 che stanno animando il dibattito in questi giorni, sottolineandone la mancanza di coerenza con gli annunci pubblici della giunta e del suo presidente, oltre alla lunga sequela di esternalità negative che finiranno per gravare sulle spalle dei cittadini. Il principale nodo scoperto riguarda infatti la tassazione, che fino al 2010 nel Lazio sarà la più alta dItalia a causa del disavanzo sanitario. Un deficit strutturale e consistente, «la cui crescita non dipende dai tassi e dalle scelte di razionalizzazione». Scelte, a detta di Desideri, che sono state «solo messe sulla carta e mai tradotte in realtà».
Avrà invece effetti ben visibili la scelta di Marrazzo di impegnare 12 milioni di euro per immigrati e badanti, sottraendo automaticamente risorse destinabili alle famiglie. «Io non voglio dire - ha spiegato il capogruppo della Dca - che non si debbano dare risposte agli immigrati, ma tutto ciò si deve inserire in un sistema equo, solidale e bilanciato». Un settore destinato a fare un grosso passo indietro sarà invece quello della mobilità, che potrebbe subire una contrazione di spesa superiore ai 70 milioni di euro. «Il tutto - ha ricordato Desideri - mentre Marrazzo si è riservato un tesoretto non indifferente per spese di rappresentanza.
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