La Lega Nord intende tutelare il patrimonio linguistico dei dialetti? Detto, fatto: Gianna Gancia (nella foto) - presidente della Provincia di Cuneo, esponente del Carroccio e compagna del ministro Calderoli - non ha certo perso tempo. Con lassessore alla Cultura Licia Viscusi, del Pdl, ha stanziato oltre 26mila euro per le associazioni che promuovono il dialetto con riviste e manifestazioni, le scuole che organizzano corsi di piemontese e compagnie teatrali che si esibiscono utilizzando la lingua locale.
Tutelare il patrimonio linguistico non è facile in una provincia come quella cuneese dove in ogni vallata esistono sfumature e minoranze linguistiche, tra cui la più importante è lOccitano. Contributi anche per i Comuni che intendono realizzare cartelli segnaletici in italiano e in dialetto: è lultima proposta avanzata dal ministro Zaia che nel Cuneese è già una realtà. «Il piemontese non è un dialetto ma una lingua - precisa il presidente di Provincia più giovane dItalia -. Nel 1861, anno di unificazione del Regno, solo l1,7 per cento della popolazione capiva e usava litaliano. Il primo Re dItalia, Vittorio Emanuele II, parlava il piemontese e lo fece anche aprendo i lavori del primo Parlamento, riunitosi a Palazzo Carignano a Torino il 17 marzo 1861. Il nostro dialetto - conclude Gianna Gancia - è stato lingua di lavoro, commercio e letteratura per otto secoli, mentre litaliano non era una lingua statale».
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