Spettacoli

Lady D, Carlo e la Regina: una corte da fiction

Arriva la quinta stagione della serie dedicata alla corona inglese: la più controversa e contestata

Lady D, Carlo e la Regina: una corte da fiction

Siete appassionati della storia di Lady D, la principessa più amata della storia? Allora non dovete perdervi la quinta stagione della serie The Crown - disponibile da oggi su Netflix - in cui vengono raccontati gli anni '90 della famiglia reale inglese. Sono quelli della rottura tra Diana e il principe Carlo, del divorzio e dell'incontro con Dodi Al Fayed, il rampollo di origini arabe rimasto ucciso insieme alla principessa nell'incidente nel tunnel dell'Alma a Parigi il 31 agosto 1997. Tragica fine che però nella serie non viene mostrata: si è deciso di fermarsi prima per rispetto della recente scomparsa della Regina Elisabetta. E anche per non alimentare ulteriormente le polemiche e le critiche verso la fiction che è stata oggetto di diverse accuse sia da parte della casa reale sia di esponenti vicini. Il principe William, per esempio, aveva chiesto di non mostrare più la celebre intervista di Diana alla Bbc in cui raccontava davanti a 23 milioni di spettatori attoniti il suo «affollato matrimonio a tre» (leggasi Camilla Parker Bowles). Invece Netflix ci ha costruito sopra l'ottava puntata.

L'attrice Judi Dench, molto amica dell'attuale regina consorte, ha invece intimato ai vertici della piattaforma di scrivere all'inizio degli episodi che si tratta di «fiction». Certo, in questa stagione gli sceneggiatori, con a capo Peter Morgan, hanno calcato di più la mano sulla finzione, ma che non sia un documentario è evidente. Morgan porta gli spettatori dentro le stanze dei palazzi reali per ascoltare i tormenti, le passioni, gli screzi, i dialoghi tra i Windsor. C'è tutto quello che ha fatto scandalo all'epoca e che fa discutere ancora oggi. E anche qualcosa in più: John Major ha bollato come un «mucchio di sciocchezze» l'episodio in cui si fa ventilare che Carlo complotti con l'allora Primo ministro inglese per costringere la madre ad abdicare.

Comunque nonostante la scelta - discutibile - di non mostrare la morte di Lady D, la serie merita di essere vista se non altro per l'ottima prova degli attori che, ieri, in collegamento da Londra con i giornalisti di tutto il mondo, hanno raccontato i loro personaggi.

Per Elizabeth Debicki, una identica Lady D nelle movenze, nell'altezza, nel modo di reclinare il collo, è stata una «grande responsabilità» interpretare la principessa. «Una sfida enorme ma anche un processo interessante mettere in scena l'evoluzione dell'esistenza e del carattere di Diana. Mi ci è voluto del tempo per capire come interpretarla e come non deludere gli spettatori che hanno un grande attaccamento ai personaggi. Ci stiamo ancora lavorando per la sesta stagione: è come nuotare sotto le onde». La principessa non è ritratta solo come vittima, ma anche come donna fragile, ossessionata e anche vendicativa.

Anche di Carlo (un Dominic West che non gli somiglia fisicamente, ma è bravissimo nel ruolo) vengono messe in risalto le due anime: il modo freddo con cui tratta la moglie che non ama e la passione e la dolcezza che rivolge a Camilla. «Mi sento sollevato - sorride - che siamo finalmente arrivati qui e che la terribile attesa sia finita. Carlo è una delle persone più esaminate in questa stagione. Ci sono sempre due fazioni. Inevitabilmente ti schieri dalla parte del tuo personaggio o almeno gli dai il beneficio del dubbio. Spero che questo accada anche agli spettatori». Sul set ha lavorato con il figlio Senan che ha interpretato il principino William: «Lavorare con mio figlio è stato molto commovente. Non aveva mai recitato prima. È molto difficile quando reciti con i bambini avere un'intimità fisica, essere suo padre l'ha reso molto più facile».

Una perfetta regina Elisabetta è interpretata da Imelda Staunton, che si sofferma sulla cura maniacale di scenografia, abiti, accessori, mobili, palazzi: «I dettagli sono assolutamente straordinari». E poi un pensiero per la Regina appena scomparsa: «La risposta delle persone mi ha stupito. Ho visto come la ammiravano. Hanno fatto la fila al funerale perché sentivano un enorme rispetto per una donna che aveva mantenuto la sua promessa: fare il suo lavoro fino alla fine».

E, dunque, guardatevi queste dieci puntate fino alla fine, ne vale la pena.

Commenti