Lady Gaga e Blasco: gli opposti della musica vanno a braccetto

Stasera cantano lei a Roma e lui a Mestre. E in classifica si danno felicemente il cambio. Al primo posto. Generazioni a confronto: multimediale e capricciosa l'americana, rustico e rassicurante Vasco

Lady Gaga e Blasco: gli opposti della musica vanno a braccetto

nostro inviato a Venezia

Insomma, suppergiù alla stessa ora, uno qui e l’altra là, stasera andranno in scena i due volti più distanti della stessa musica, la leggera. Per di più, quelli che ora fanno staffetta in testa alla classifica. Vasco Rossi, ramo rock, tendenza futurista, appena tornato al primo posto con il cd Vivere o niente, sarà all’Heineken Jammin Festival, quarantamila spettatori già sicuri, gli altri sono ancora in fila. Lady Gaga, ramo pop dance, tendenza surrealista, appena declassata al secondo posto con il nuovo disco uscito il 23 maggio, apparirà madonnescamente al Circo Massimo di Roma per l’Europride 2011, l’ex Gay Pride, spettatori imprecisabili perché ci sarà il solito rito fantozziano: come minimo una marea per il comitato degli organizzatori (Arcigay e altri) ma molti meno per la Questura.

Vasco pesterà duro e Lady Gaga parlerà chiaro nel senso che uno farà un bello show con il volume a manetta su un palco alto come un grattacielo; e l’altra canterà un solo brano – Born this way, nuovo inno omosessuale – e si concentrerà soprattutto sullo speech, il discorsone cui lavora da giorni neppure fosse un intervento all’Onu (la signorina si impegna: ieri ha chiesto ulteriori informazioni sulla condizione dei gay in Italia). Il contenuto, dài, è prevedibile e condivisibile a scatola chiusa: basta omofobia, diritti uguali per tutti, ricordi personali, tracce di outing e via dicendo, naturalmente con svolazzi, citazioni e perifrasi. Bene, brava, bis. Tra l’altro, nonostante sia nella mostruosa promozione di un cd in testa alle classifiche di 27 Paesi, Lady Gaga ha accettato di partecipare a un eventone del genere con una rapidità che quasi tutti i colleghi italiani se la scordano. Insomma, da una parte, al Parco San Giuliano di Mestre, un rito consolidato, quasi rassicurante e comunque rassicurato dall’amore di un pubblico che vorrebbe Vasco santo subito. Dall’altra, al Circo Massimo, uno show una tantum che sarà rilanciato in mondovisione e poi rapidamente cancellato da qualche altra nuova sorpresa di questa ragazzetta che tremare il mondo fa (di piacere, invidia, soddisfazione, rabbia).

Ecco le due facce così distanti: una è basica, tendenzialmente univoca e rock fino al midollo, nelle mani di un artista vestito (per fortuna) allo stesso modo da trent’anni che a furia di canzoni è però diventato un medium della comunicazione. L’altra è multitasking – audio, video, coreografie, guardaroba, collaborazioni, ora esternazioni – nelle mani di una cantante che ha la dote innata di saper usare i media ma non è ancora un medium. Uno canta per godere, e ci sono tre generazioni di italiani che immancabilmente ricambiano. L’altra fa i concerti per sconcertare, e per ora è accolta con beneficio d’inventario. Come Vasco non ce n’è in Italia, isole comprese. Come Lady Gaga non si sa ancora, giovane com’è. Eppure sono entrambi seguitissimi, piacciono alla gente che piace ma anche a tutto il resto perché hanno la forza delle loro idee, condivisibili o meno. Per carità, pubblici diversi che, qui e là, magari si guardano pure in cagnesco. Lady Gaga è già un’icona gay ma per ora vai a trovare un suo pasdaran sopra i quarant’anni. Vasco molto meno icona gay e ai suoi concerti trovi pure i pensionati, evviva. Lei dice che la figlia di Madonna è sua fan perché «la mamma è già troppo vecchia». Lui va a correre seguendo l’esempio di Mick Jagger (l’ha detto a Milena Gabanelli su Io Donna) e in pratica pensa che il rock non invecchierà mai.

L’altro giorno ad Ancona - e guardacaso molti giornali hanno fatto finta di nulla - Vasco ha detto un impopolare (tra i vip) sì al nucleare. E Lady Gaga al Late Show di David Letterman due settimane fa s’è addirittura mangiata il foglio di carta con le domande del presentatore, come a sottolineare che le piacevano poco assai.

In poche parole, sono mondi diversi che stasera vanno in scena simbolicamente a braccetto, certificando i due modi così diversi e così uguali di parlare con la musica riuscendo pure a farsi capire. Mica da tutti, oggidì.

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