Il cuore del 7 dicembre che per Milano coincide con la Prima scaligera e Sant'Ambrogio batte alla Scala, dove dalle 18 alle 21.45 va in scena Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Shostakovich. Sul podio Riccardo Chailly, alla sua dodicesima inaugurazione di stagione, con Vasily Barkhatov alla regia, Sara Jakubiak nel ruolo del titolo, Najmiddin Mavlyanov (Sergej), Yevgeny Akimov (Zinovij Borisovi Izmailov) e Alexander Roslavets (Boris Timofeevi Izmailov).
I lussi della Prima, la più glamour del mondo, sono resi possibili da una cordata di sponsor che sostiene la Scala tutto l'anno (per sant'Ambrogio Allianz, Edison e Bmw). "Il perfetto equilibrio della Scala tra sostegno privato e pubblico è la cifra di Milano. Un esempio anche per l'Europa", sottolinea il neosovrintendente Fortunato Ortombina. L'opera è stata vista al Piermarini solo due volte, eppure è un uragano musicale che veste una storia di grande intensità, come sempre sono le vicende russe. Milano lo sa bene: Toscanini firmò le prime milanesi di Onegin e La Dama di Picche, e poco dopo arrivò il Boris Godunov, che abbiamo rivisto il 7 dicembre 2022 con un magnifico Ildar Abdrazakov.
"I rapporti fra Russia e Scala sono sempre stati importanti e hanno trasceso ogni crisi politica europea o globale" aggiunge Ortombina. Quest'opera è, a suo modo, molto milanese. Negli anni Cinquanta Shostakovich rielaborava Una Lady Macbeth nella versione Katerina Ismailova. La Scala, tramite il direttore artistico Francesco Siciliani, tentò di assicurarsi la prima mondiale, promettendo edizioni Ricordi e una messinscena con Visconti. Temendo ritorsioni in Urss, il compositore impose però che la prima si tenesse oltre cortina e non inviò la partitura a Milano. La versione Katerina Ismailova andò poi in scena nel maggio 1964, diretta da Nino Sonzogno.
La diretta dell'evento del 7 dicembre sarà proiettata in trenta luoghi della città, teatri, cinema, istituzioni culturali e carceri, quindi alla Casa delle donne, in una portineria di quartiere e in un centro per persone con disabilità. Tra le dirette più suggestive, quella in Ottagono sotto la cupola della Galleria Vittorio Emanuele. È il momento culminante della Prima diffusa, un programma di sessanta eventi in quaranta sedi per esplorare questa storia: disperazione, solitudine e scelte drammatiche di Ekaterina, donna che uccide il marito, il suocero, l'amante dell'amante e infine si suicida, sotto lo sguardo beffardo di altre detenute in Siberia.
"Alla fine - dice il regista - è una storia semplice. Il percorso di Ekaterina verso la propria felicità e libertà personale. Lungo questa strada commette terribili errori. Dopo essersi sentita un'eroina, si rende conto di aver solo compiuto sporchi crimini". L'1 dicembre parlerà di tutto questo in uno degli appuntamenti pressoché quotidiani organizzati alla Scala.
Tra gli altri eventi cittadini, la mostra multimediale Unexpected Sounds al Conservatorio; incontri alla Casa della Cultura, al Teatro della Quattordicesima, alla Bocconi (Libreria Egea), all'Università Cardinale Colombo, a Ottavanota, a Mare Culturale Urbano e, fuori città, al Mumac di Binasco, il Museo della Macchina per Caffè del gruppo Cimbali.