Non è un tentato golpe ma poco ci manca. L'agguato teso ieri dalla Procura di Milano al presidente del Consiglio è di una violenza fisica e psicologica tale da giustificareda solo il teorema della giustizia politicizzata che vuole abbattere il governo per via mediatica ancora prima che giudiziaria. C'è una ragazza, Ruby, salita due mesi fa alla ribalta della cronaca per aver bazzicato nella casa di Arcore, che dice di non aver avuto rapporti sessuali col premier, di avergli mentito sulla sua età (17 anni all'epoca dei fatti), di non essere mai stata da lui pagata in cambio di qualche cosa. E c'è un'altra donna, il procuratore Ilda Boccassini (Berlusconi lo tiene nel mirino da 16 anni con odio malcelato) che ha scatenato l'inferno per sostenere invece un reato che la stessa presunta vittima esclude categoricamente: sfruttamento della prostituzione minorile.
Evidentemente la magistratura italiana mente quando sostiene di non farcela a stare dietro alla criminalità organizzata. La prova è che la Boccassini ha avuto tempo di far mettere sotto controllo per settimane, a nostre spese (parliamo di centinaia di migliaia di euro), tutti gli ospiti che varcavano il cancello di Arcore. La trascrizione delle loro telefonate ha prodotto 500 pagine di commenti e racconti. Il presidente del Consiglio è stato dunque letteralmente spiato nella sua vita privata. Per stabilire che cosa? Se tramava contro gli interessi nazionali, se stava complottando contro la sicurezza dello Stato? No, per cercare una prova di che cosa avesse fatto Ruby. Hanno trovato chiacchiere, alcune noiose, altre divertenti, che in quanto tali non provano alcun reato perché possono essere anche semplici millanterie o esagerazioni. E allora è doveroso chiedersi come mai tutto questo accada nonostante il Procuratore capo di Milano, il ministro degli Interni e pure il Csm avessero già escluso ipotesi di reato nella vicenda. E perché accada il giorno dopo che la Corte costituzionale ha tolto di fatto lo scudo giudiziario al premier, perché alla vigilia di un nuovo patto politico (l'avvicinamento dell'Udc e la creazione del nuovo gruppo, quello dei Responsabili) che dovrebbe garantire la maggioranza al governo. È una coincidenza che ancora una volta la magistratura (è già accaduto nel '94 con l’avviso di garanzia poi risultato infondato) intervenga a ridare speranze a una sinistra sconfitta politicamente, nell'urna e nelle aule parlamentari? No, non la è. Questo è un chiaro disegno. La vicenda giudiziaria finirà come le altre «bombe atomiche» annunciate e finite nel nulla: dal caso Noemi a quello D'Addario fino a quello Spatuzza. Ma il clamore mediatico sarà enorme, in Italia e all'estero. I giornali per giorni pubblicheranno le trascrizioni delle telefonate, i moralisti, peccatori ma non spiati, punteranno l'indice accusatore. I riflessi politici sono immaginabili.
La strada che si stava per riaprire, e che allontanava un ricorso alle elezioni anticipate, si fa di nuovo irta e stretta. Più che un’inchiesta sulle mignotte, quella di ieri è una mignottata. Delle peggiori, perché tra tutte le dittature possibili, la più pericolosa è proprio quella dei magistrati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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