Elena era un bel nome, ma non si poteva pronunciarlo, se non sottovoce, facendosi il segno della  croce. Si dicevano cose strane sul suo conto, cose che facevano paura. Pensare che all'inizio  tutti l'adoravano, era la bambina che tutta l'Unione Sovietica avrebbe voluto come figlia, c'era  il suo musino, gli occhioni azzurri che guardano intensi al cielo, un foularino colorato in  testa da piccola matrioska, su tutte le confezioni di cioccolato vendute nei negozi di santa  Madre Russia, cioccolato Aljonka, il suo diminutivo, per i bambini come lei, perché crescessero  come lei.
 Elena Nikolaeva, era la figlia del cosmonauta russo Andrian Nikolaev, ma soprattutto di  Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio, la prima a sfidare l'ignoto, il fiore  all'occhiello di Nikita Kruscev che per quella ragazza dallo sguardo di velluto e dai nervi  d'acciaio aveva un'adorazione. Si diceva addirittura, ma non era vero, che fosse stato lui a  combinare il matrimonio, e i medici a volere subito un erede per vedere che figli sarebbero  nati. Venne fuori Elena, un anno dopo il ritorno della mamma dallo spazio. La accolsero come una  piccola zarina. Ma un attimo dopo sparì nel nulla. Nessuna apparizione pubblica, nessuna foto,  gli anni passavano, ma di lei più niente di niente. Tranne le voci. Dicevano che la figlia delle  stelle avesse rivelato crescendo qualcosa di mostruoso, un virus alieno senza cura né rimedio,  dicevano che i russi la tenessero nascosta al mondo, nelle tenebre, perché non si scoprisse il  suo terribile segreto. Fonti diplomatiche occidentali avevano messo in giro la notizia che la  piccola fosse sordomuta, che fosse sempre sotto stretto controllo medico, che il Cremlino avesse  apposto il sigillo Top Secret su tutte le informazioni che riguardavano Elena. Certo un  precedente inquietante c'era. I primi esperimenti nello spazio con i cani avevano mostrato delle  deformità in una cucciolata. Bastava a confermare i sospetti. Anche quando Andrian e Valentina  divorziarono, di lei non si seppe nulla, come se non fosse mai venuta al mondo.
 «Space baby», come veniva chiamata negli anni Sessanta, è tornata a farsi viva più quarant'anni  dopo, senza dare troppo nell'occhio, come se il mistero della sua sorte non la riguardasse,  all'improvviso come all'improvviso era sparita. Ora ha 45 anni, è medico chirurgo, lavora nel  servizio sanitario dell'Aeroflot, ha un figlio, Aleksey di 13 anni: «Vedete? Sono viva. E non  sono mai stata un mostro». Ha sempre vissuto dalle parti della Città delle Stelle, il centro  aerospaziale russo. E racconta con un sorriso: «Quando nonna mi portava a passeggio per strada  mi chiedevano sei muta? oppure ci vedi bene piccola?». Mamma Valentina, che oggi ha 72 anni, ha  invece rivelato al mondo che quel viaggio non fu un'avventura trionfale, ma un'odissea: per un  tragico errore rischiò di perdersi nello spazio, restò legata al sedile per tutte le 71 ore del  volo e poi sparata nell'atmosfera, come capita capita.
L'altra faccia della Luna. Elena la figlia delle stelle nascosta tra le tenebre
Era la bimba di Valentina Tereshkova, la prima donna che volò spazio, e nell'Unione Sovietica diventò subito mito. Poi sparì nel nulla. Dicevano che un virus alieno l'avesse trasformata in mostro e che il Cremlino la nascondesse per questo. E invece...
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