Roma caput mundi. Una volta di sicuro, oggi no. Ma ieri al centro sportivo di Trigoria, in occasione del primo giorno di Luis Enrique - barbetta incolta, alla Mourinho - come capo allenatore, di cose ne sono successe eccome. Mezza giornata di colloqui e contatti, preceduti da un tracimante Walter Sabatini in conferenza stampa. Il nuovo direttore sportivo giallorosso ha parlato di «rivoluzione culturale, ma io sono un uomo di calcio e di Mao non me frega nulla. Cerco di tradurre il pensiero del gruppo Di Benedetto e di Franco Baldini. Non esistono progetti, ma solo il lavoro di tutti giorni. E noi lo stiamo già facendo al meglio». Chiede «complicità e non pazienza», spiega che «vogliamo una squadra arrogante.
Vincere il campionato è un obiettivo quando c'è una forza d'urto come quella di Roma, ma nessuno ha detto che si deve fare subito». Poi, via a toccare situazioni concrete: Borriello «è un problema» (piace all'Inter), Menez «mi deve dire se è a disagio nel giocare in un modo piuttosto che in un altro» (il Milan, interessato, osserva e intanto pensa a Keita, esubero del Barcellona), di Vucinic «devo capire se ha voglia di rimanere ancora qui senza fare problemi sulla sua collocazione in campo», con De Rossi «troveremo tranquillamente un accordo. Ma anche se non lo trovassimo, farà la sua ultima stagione nella Roma con professionalità e la farà benissimo. Ma io voglio che lui resti alla Roma». E se Totti «è una divinità, la luce sui tetti della capitale», toccherà però a Luis Enrique, che ha firmato un biennale, capire «quanto e quando potrà giocare». Avanti, ancora: «Cerchiamo un portiere, senza dubbio. E magari due». In entrata, il nome forte è di uno che diventerà fortissimo: «C'è una nevrotica trattativa su Lamela. Lo voglio a tutti i costi e, se non verrà, arriverà qualcuno forte come lui». Argentino, 21 anni compiuti da poco, è da tutti ritenuto il clone di Kakà: mancino, gioca nel River Plate e lo vuole mezza Europa, Inter e Milan compresi. Per averlo, potrebbe essere necessario spendere anche venti milioni, ma Sabatini ha spiegato che «posso agire liberamente sul mercato.
Che budget abbiamo a disposizione? Non lo svelo nemmeno sotto tortura». Nella lista della spesa di Luis Enrique ci sono comunque già Bojan Krkic («entusiasta», ha fatto sapere il suo procuratore), Montoya e Soriano, tutti con provenienza Barcellona.
Giornata comunque scoppiettante. Pastore avrebbe detto dall'Argentina di avere «capito che è arrivato il momento di lasciare Palermo», anche se poi Marcelo Simonian, suo agente, ha smentito il virgolettato. Zamparini però non si è strappato le vesti: «Non mi sento offeso, è logico che al massimo qui potrebbe fare un'altra stagione. Il prezzo? Io l'ho pagato 19 milioni e aveva 18 anni. Penso sia fuori budget per il Napoli e in generale per i club italiani». Bugia: non fosse altro perché due estati fa venne comunicato che El Flaco era stato pagato 5 milioni. L'asta (a base 40) può comunque partire: Chelsea e Barcellona all'estero, Inter (se partirà Snejider), Milan e magari Roma in Italia. A proposito di Juve, Conte (che non ama Pastore) sta modificando in corso d'opera alcune delle strategie abbozzate prima del suo arrivo: su Inler la frenata è reale e il Napoli ringrazia, Sissoko piace davvero e potrebbe quindi rimanere.
Poi c'è l'ipotesi Giovinco, che potrebbe tornare a patto che il Parma (pronto a riscattarne la metà a 3,5 milioni, come pattuito) non si impunti o che comunque ne abbia un beneficio. Tradotto: Amauri in Emilia (con parte dello stipendio pagato dalla Signora), magari accompagnato da uno tra Motta, Giandonato e Almiron. Quanto ad Aguero, il Kun ha aperto un portone al Real Madrid («Tutti sanno dove andrò, ma adesso penso alla Coppa America»), al pari del suo agente: «Se Perez pagherà i 45 milioni di clausola rescissoria, non ci saranno problemi». Appunto. Piuttosto, se Sanchez andrà al Manchester City (oggi un incontro), si libererà Tevez e Marotta ci si butterà sopra.
Capitolo Napoli: per Criscito, con buona pace dell'Inter, è tutto fatto. Sei milioni per la metà, la firma la prossima settimana.
Bigon è comunque scatenato e potrebbe arrivare anche a Donadel, svincolatosi dalla Fiorentina, «delusa» anche dalle parole di Montolivo («ma se vuole restare firma in due secondi», dice Andrea Della Valle). Altro nome: il cileno Arturo Vidal, 24enne centrocampista del Bayer Leverkusen in scadenza nel 2012 (10 milioni). E poi Rolando Bianchi, che difficilmente resterà ancora al Toro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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