Tragedia nel giorno della liberazione di Lampedusa, con la partenza in nave dei primi 1.450 immigrati che assediavano l’isola, destinazione Manduria, in Puglia. Ieri sera un gommone, con una ventina di profughi eritrei e somali, è affondato nel Canale di Sicilia. Undici le vittime, tra cui un bambino. Appena sei i superstiti, soccorsi dalla Guardia costiera dopo un primo intervento, sembra di un peschereccio egiziano.
Una tragedia. Inevitabile in questo esodo biblico dall’Africa, che ha già portato sulle nostre coste oltre 22mila immigrati e che, secondo le stime, arriverà a 50mila profughi. Un’emergenza che però, almeno sul fronte dell’alleggerimento di Lampedusa, si avvia a soluzione, con l’apertura di nuove tendopoli e il trasferimento dall’isola dei migranti. È già pronta Trapani, con 88 tende e circa 700 posti. E sono quasi pronte Caltanissetta, che può accogliere 500 profughi, Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, 800 posti, e Potenza, Palazzo San Gervasio, 64 tende per 500 persone. E poi ci sono già Mineo (Catania), con il suo Villaggio dell’accoglienza, e i centri di accoglienza sparsi per l’Italia previsti dal piano predisposto dal ministro dell’Interno Roberto Maroni.
È partito il contro-esodo da Lampedusa. Le navi promesse dal governo sono approdate prima ancora del premier nel porto dell’isola, accolte dal tripudio dei residenti, ma ancor di più dalla gioia degli immigrati stremati. Per prima ha attraccato la «San Marco», della Marina militare. Scaglionato l’arrivo delle altre imbarcazioni. In campo per fronteggiare l’emergenza umanitaria ci sono anche due traghetti di Grandi navi veloci da 2mila e 3mila posti. Un sollievo, per la maggiore delle Pelagie. Sin dalle prime ore della mattina la collina sopra il porto, ribattezzata ormai come collina della vergogna, si è praticamente svuotata, mentre contemporaneamente 140 uomini del Genio civile hanno avviato la pulizia straordinaria. I clandestini si sono riversati in massa sul molo e spontaneamente si sono incolonnati, in un’atmosfera quasi di festa, per essere imbarcati. Un’operazione lunga, e anche piuttosto complessa. I migranti, prima di salire a bordo, vengono filmati e schedati ad uno ad uno nel centro di accoglienza dell’isola. Solo dopo possono imbarcarsi e partire. Una procedura che crea un’emergenza nell’emergenza anche sul fronte giustizia. Per la legge Bossi-Fini, infatti, i migranti che arrivano irregolarmente vanno iscritti nel registro degli indagati. Ma la Procura di Agrigento non ce la fa materialmente, per mancanza di mezzi, a reggere il flusso. Sinora gli indagati sono solo 2mila, a fronte di oltre 22mila arrivi.
La situazione, comunque, sembra avviarsi alla normalizzazione. Ieri si è registrato un solo arrivo, di un centinaio di profughi. E l’inizio delle partenze ha tranquillizzato gli isolani ormai allo stremo. I primi 1.450 immigrati, partiti ieri sera, sono stati indirizzati a Taranto per poi essere spostati alla tendopoli di Manduria. Gli altri man mano saranno smistati nei centri di accoglienza previsti dal piano del Viminale dopo l’accordo raggiunto con le Regioni e ratificato dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto e dai rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi. A Lampedusa resterà inoltre un traghetto pronto a portare via subito i clandestini che sbarcano.
Per allestire le strutture è lotta contro il tempo. Pronta all’accoglienza è Trapani. La tendopoli che si sta realizzando nell’ex aeroporto militare di Kinisia, già da oggi dovrebbe essere in grado di ospitare circa 700 migranti. Sempre in Sicilia, da domenica, sarà pronta un’altra tendopoli per 500 persone a Pian del Lago (Caltanissetta), vicino al centro di accoglienza già attivo e che ospita già 456 profughi. In Campania dovrebbe essere allestita in tempi brevissimi una tendopoli per 800 persone a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), nell’area di un’ex caserma.
E tra le polemiche dei residenti un’ulteriore tendopoli dovrebbe essere messa in piedi a Pisa, all’ex centro radar di Coltano. La permanenza nelle strutture, comunque, non dovrebbe essere lunga. Chi è entrato irregolarmente e non può chiedere asilo - i tunisini, la stragrande maggioranza - verrà rimpatriato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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