Lampedusa - Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato all’interno del centro di accoglienza di Lampedusa. Dalla struttura di contrada Imbriacola si è alzata una colonna di fumo che il vento sta spingendo verso il centro abitato. Ad appiccare le fiamme sarebbero stati alcuni dei 1300 tunisini attualmente ospiti del centro che si oppongono al rimpatrio. Nei giorni scorsi Lampedusa, è stata al centro di rivolte e tafferugli da parte dei tunisini contrari al rientro in patria. Sul posto ci sono vigili del fuoco e forze dell’ordine e la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta.
Fuggiti 800 tunisini Un’alta colonna di fumo si è estesa su tutto il cielo dell’isola, e l’aeroporto è stato chiuso per sicurezza. Per domare le fiamme, sul luogo sono intervenute tutte le squadre di vigili del fuoco attive. Nel caos generale determinatosi a seguito dell’incendio, circa 800 tunisini sono riusciti a fuggire, raggiungendo il centro abitato distante un paio di chilometri. Per far fronte all’emergenza, e rintracciare gli extracomunitari, sono stati richiamati in servizio anche gli uomini delle forze dell’ordine che godevano del giorno di riposo. Quattrocento tunisini sono stati bloccati in prossimità del molo Favaloro, gli altri sono tutt’ora ricercati.
Una decina di intossicati Due capannoni su tre del centro accoglienza immigrati di Contrada Imbriacola a Lampedusa sono andati distrutti. Le fiamme hanno interessato anche altri containers esterni. L’incendio ora è sotto controllo, spiegano i vigili del fuoco, che stanno conducendo le operazioni di bonifica e controllando che non vi sia alcuna persona coinvolta. Almeno una decina di persone, tra migranti ed uomini delle forze dell’ordine, sono rimasti intossicati. Tra di loro anche un extracomunitario paraplegico, costretto su una sedia a rotelle. Il responsabile del poliambulatorio dell’isola, Pietro Bartolo, sta valutando l’eventuale trasferimento in eliambulanza per i casi più gravi, anche se nessuno versa in pericolo di vita.
Il sindaco: devono andare via subito "Siamo stanchi di questi tunisini delinquenti, vanno subito trasferiti entro le prossime 48 ore. Anche con le navi militari" ha dichiarato il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis che poi ha aggiunto: "i nostri concittadini rischiano in questi momenti di finire in ospedale per un’intossicazione da fumo. È da più di un mese che parlo di questo pericolo ma non sono stato ascoltato. Abbiamo mille tunisini che adesso hanno combinato un casino. Sto chiamando adesso il ministro Maroni, il premier Berlusconi e pure il presidente della repubblica Napolitano, vogliamo essere aiutati. È bastato un attimo per fare crollare quello che abbiamo costruito con fatica da febbraio a oggi. Ora si è superato ogni limite di tollerabilità. Se ne devono andare subito dalla nostra isola".
Viminale: continueranno i rimpatri "Il Viminale continuerà i rimpatri degli immigrati come previsto, ovvero con due voli al giorno per 50 persone". Lo assicura il ministero dell’Interno, confermando così il programma di rimpatri anche dopo l’incendio di oggi. Secondo il Viminale, gli incendi divampati nei tre edifici del Centro d’accoglienza di Lampedusa, che ospitavano oltre mille migranti, sarebbero legati proprio alle proteste degli immigrati contro i rimpatri che ogni giorno riportano in Tunisia 100 persone.
Si cercano nuove strutture per i migranti Domato l’incendio, scoppiato nel centro di accoglienza di Lampedusa, si apre il problema di una sistemazione degli immigrati: secondo quanto riferito da fonti della Protezione civile sull’isola, nelle prossime ore è in
programma un briefing tra forze dell’ordine e i volontari delle associazioni che si occupano dell’emergenza immigrati, per definire un piano d’azione e individuare le nuove strutture destinate ad accogliere gli extracomunitari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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