Lampugnano, i residenti bloccano la moschea: "Questo quartiere non è adatto"

Chiesto subito un incontro con il prefetto. Il ministro Ronchi: "Serve un referendum"

Nuove «nubi» sulla moschea di Milano. La decisione sulla nuova localizzazione sembrava imminente, ma ora i residenti a Lampugnano e al Qt8 si ribellano, come già a luglio quelli del quartiere Fiera per la preghiera al Vigorelli. L’assemblea dell’altra sera nella scuola di via Lovere è stata molto accesa e partecipata: una sorpresa perfino per i promotori del comitato dei residenti del Qt8, un «quartiere modello» che ora si sente minacciato, soprattutto se la soluzione definitiva fosse quella di via Natta-via Ziegler, dove c’è una scuola che ospita più di 500 ragazzi. Il comitato prepara una raccolta di firme, e ha chiesto al prefetto un incontro chiarificatore. Palazzo Diotti ha confermato la disponibilità a ricevere una delegazione. «Stiamo sopperendo alla latitanza del Comune - spiega Gabriele Fondi, del comitato - comunque fra banche, scuole, uffici e tendoni quest’area proprio non è adatta». Raccolta di firme anche nella maggioranza in Consiglio di zona 8, che lunedì discuterà la questione: «Sicuramente via Salerio sarebbe meglio», conferma il presidente di Zona Claudio Consolini (Forza Italia). Contrario anche il gruppo locale del Pd, come ha spiegato il capogruppo Angelo Dani: «Non siamo stati coinvolti, e si è affrontata la questione solo dal punto di vista dell’ordine pubblico».
«Stop a questa zona», dice anche Aldo Brandirali, consigliere comunale di Forza Italia: «Lampugnano va bene solo se si fanno tanti piccoli luoghi di preghiera. Una sola moschea è un errore, e presuppone come unico interlocutore viale Jenner». Invece l’ipotesi su cui si lavora è un tendone da 2.500 metri quadri e 1.500 posti, simile al Ciak. Una realizzazione cui è chiamato il proprietario del Palasharp, Divier Togni, deciso a non restare con il «cerino in mano» a ottobre, quando la tensostruttura sarà occupata da altri eventi: «Escludo assolutamente che i fedeli possano restare lì», ha detto, e la cosa vale anche per il teatro Ciak, che fino a fine settembre ospita il ramadan. Altra ipotesi presa in considerazione è piazzale Cuoco.
La decisione del prefetto dovrebbe essere imminente, eppure molte voci frenano. Ieri anche quella autorevole del ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, in visita al Coreis di via Meda: «No alle moschee fatte di fretta», ha detto il ministro, rilanciando anche per Milano la proposta di un referendum consultivo sulla moschea.

Ronchi si è detto d’accordo con l’imam Pallavicini, nel giudizio sul centro di viale Jenner: «Non è un interlocutore, non si può dialogare con chi ha collusioni e ambiguità». «Ho chiesto al sindaco di vigilare con grande attenzione», ha detto il ministro.

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