E così ieri, dopo la pausa ferragostana, il viceministro si è fatto sentire. Prendendosela con Tg1, Tg2 e Tg5, rei di aver concesso a Rossi lo spazio per parlare agli italiani e diffondere il suo grido di dolore per la batosta fiscale. «Il problema è delle televisioni - ha detto Visco - L’uso che si è fatto di quella cassetta in tv pone problemi seri, in temadi diritto di replica e contraddittorio». Perché, ha spiegato, «da un lato c’è lo Stato dall’altro il contribuente. E ora non mi pare giusto che se il contribuente è un cittadino importante debba occupare la scena mediatica da solo. Questo è un problema».
Insomma, la questione è che in quei due minuti di trasmissione a telecamera fissa con i quali il motociclista inseguito dal ministero delle Finanze ha rotto il silenzio e denunciato la propria «crocefissione», Rossi non ha avuto nessuno a fargli il controcanto. Il legale del campione, Lucio Monaco, reagisce dicendosi «allibito»: «Ma con chi avrebbe dovuto farlo il contraddittorio? Dov’era il contraddittorio quando Valentino è stato dipinto come evasore? Non c’è stato». E in una nota letta nell’edizione della sera la redazione del Tg1 si difende dall’accusa: «Avevamo dato piena informazione sulle contestazioni del fisco a Rossi, era dunque giusto sentire la sua campana come impone un giornalismo equanime».
Nel merito delle accuse a Rossi, Visco non è voluto entrare: «In Italia c’è un sistema garantista e a nessuno è vietato difendersi. Vedremo, se lui dimostrerà di essere residente in Inghilterra non hamolto da temere», ha commentato, lasciando uno spiraglio di speranza al povero crocefisso. Di una cosa però il vice diTommaso Padoa- Schioppa è certo: «La nostra strategia sta funzionando egregiamente», la lotta dura all’evasione fiscale a suo parere sta dando grandi risultati. Senza contare che, grazie a Rossi, sta anche ottenendo un battage pubblicitario mai visto prima. Nei scorsi giorni, Visco aveva avuto parole se non di simpatia almeno di solidarietà per il presunto grande evasore a due ruote: «Mi dispiace per Valentino Rossi, del quale sono un grande tifoso », aveva confessato.
Purtroppo però il Fisco non può guardare in faccia a nessuno: «Le leggi devono essere rispettate». Certo, avevaammesso Visco, la situazione è abbastanza «singolare», ed è resa possibile «dal fatto che, in base alle leggi britanniche, una più o meno fittizia residenza a Londra permette di non versare tasse nel proprio paese. Ho chiesto agli uffici di verificare la rispondenza di queste norme allo spirito dell’Unione europea». Alla «lapidazione» di Valentino Rossi si ribella Daniele Capezzone, l’ex radicale presidente della Commissione Attività produttive della Camera: «Se ha sbagliato dovrà pagare, ma ci dobbiamo chiedere perché Rossi e tanti altri titolari di redditi così grossi scappano dall’Italia. Semplice: il nostro sistema fiscale non va». Ragion per cui, secondo Capezzone, anche la «secessione fiscale» minacciata da Umberto Bossi non va criminalizzata.
Visco e la sua guerra ai renitenti fiscali trovano però l’appoggio del candidato underdog alle primarie del Pd, Mario Adinolfi, che risponde per le rime a Capezzone: «Esaltare lo sciopero fiscale di Bossi e l’evasione fiscale di Valentino Rossi forse è davvero troppo. Io preferisco la lotta di Vincenzo Visco ai ricchi che evadono». Da Forza Italia risponde invece al viceministro Mario Ferrara: «Piuttosto che prendersela con i tg, che hanno semplicemente esercitato il sacrosanto diritto di cronaca, Visco rifletta seriamente sugli ultimi dati dell’Agenzia delle entrate: se nel 2007 è aumentato del 58% il denaro non dichiarato e scoperto dal fisco, vuol dire che ha fallito miseramente la politica fiscale draconiana».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.